Israele colpisce l'ospedale Al-Ahli a Gaza: "Base di Hamas". Un bambino morto, distrutti reparti vitali

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ESTERI

Macerte accumulate tra le tende bruciate, barelle lasciate in fretta e furia, ambulanze che continuano a muoversi tra le macerie. Questo ciò che resta dell’ospedale Al-Ahli, noto anche come Ospedale Battista, l’ultima struttura sanitaria ancora pienamente operativa a Gaza City, colpita ieri all’alba da un raid aereo israeliano. L’esercito di Tel Aviv, l’Idf, ha giustificato l’attacco definendo il complesso «un covo di Hamas», utilizzato – secondo le loro ricostruzioni – per organizzare azioni militari contro civili e soldati.

Prima del bombardamento, fonti locali riferiscono che un ufficiale avrebbe chiamato un medico del pronto soccorso, intimando l’evacuazione immediata. «Pazienti e sfollati devono allontanarsi per ragioni di sicurezza», le parole attribuite all’ufficiale. Il ministero degli Esteri israeliano ha confermato l’avvertimento, sostenendo che nell’edificio colpito «non erano in corso attività mediche» e che l’operazione «non ha causato vittime tra i civili». Dichiarazioni che contrastano con il bilancio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha annunciato la morte di un bambino, avvenuta per l’interruzione delle cure, e la distruzione di reparti critici come il pronto soccorso, il laboratorio analisi e la farmacia.

Le immagini che circolano mostrano ali dell’ospedale ridotte a scheletri di cemento, con macchinari radiologici inservibili e corridoi invasi dalla polvere. Intanto, la tensione diplomatica si inasprisce: il Qatar, attraverso il suo ministro degli Esteri Mohammed Al Thani, ha parlato con l’omologo iraniano Araghchi per discutere della crisi umanitaria a Gaza, mentre sullo sfondo restano i negoziati nucleari Usa-Iran, avviati a Muscat con la mediazione dell’Oman.