Sulla nuova legge elettorale la premier Meloni va presa sul serio

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Sarà anche l’argomento più noioso del mondo, ma va presa sul molto serio questa chiacchiera sulla legge elettorale. Rivela che Giorgia Meloni è già entrata in modalità elettorale. Del resto, coi tempi e la percezione della politica di oggi, la primavera 2027 non è un’eternità. E la questione è semplice. La premier sa che, a differenza della volta scorsa, gli altri troveranno un modo per mettersi … (La Stampa)
Ne parlano anche altri giornali
Minuti per la lettura È rimasto spiazzato il centrosinistra di fronte alla proposta di modifica di legge elettorale che vorrebbe introdurre la coalizione meloniana. Tanti i malumori di fronte alla mossa dello stato maggiore del governo – lato Meloni – che ha scoperto le carte sulle regole del gioco in vista delle politiche del 2027: proporzionale con premio di maggioranza, soglia di accesso al 40% per accedervi, eliminazione dei collegi uninominali, e indicazione del candidato premier sulla scheda. (Il Quotidiano del Sud)
La nostra storia politica è iniziata con i Popolari di Sturzo, grazie all’estensione del voto varata dal governo Giolitti e all’introduzione del sistema elettorale proporzionale puro (Legge 1401/1919). (Il Domani d'Italia)
Silvio Berlusconi contava tutto: il numero dei processi a suo carico, il numero dei milioni di voti presi nelle elezioni affrontate, ma soprattutto era orgoglioso del numero dei giorni a Palazzo Chigi, presidente del Consiglio in carica: quando superò Andreotti e De Gasperi, e si piazzò al primo posto nella storia della Repubblica, con più di 3.300 puntini nel suo personale calendario, fece un segno dei suoi, con l’evidenziatore arancione, nel foglio che il suo staff gli mise sul tavolo. (Corriere della Sera)

Il piano Meloni della nuova legge elettorale: vince chi arriva al 40% grazie al premio del 55% I Fratelli colonnelli nicchiano, minimizzano, “ma no, nessuno piano elettorale”, meno che mai “un premio fisso al 55% se hai raggiunto il 40%”, figurarsi, “troppo presto”. (Il Quotidiano del Sud)
Daro Parrini, vicepresidente dem della commissioe Afri costituzionali del Senato, è scettico sull’ide aid nuova legge elettorale che filtra in questi giornid a FdI, spiega che è ingannevole definire “proporzionale” una legge che con il premio di maggioranza può arrivare a produrre fino a 15 punti percentuali di distorsione nella traduzione dei voti in seggi» e che «bisogna reintrodurre le preferenze e farlo in modo pieno e sensato». (Il Dubbio)
La riforma della legge elettorale è un passaggio obbligato di ogni legislatura ma in modo simile alla danza della pioggia per alcune popolazioni: spesso la discussione non approda a nulla, altre volte produce l’esito atteso. (HuffPost Italia)