Il Consiglio di Stato “decapita” i vertici della Cassazione

Corriere della Calabria INTERNO

Il Consiglio di Stato ha ribaltato una precedente sentenza del Tar del Lazio che, invece, aveva confermato le nomine e respinto il ricorso.

Insomma si sarebbe dato troppo valore anche al fatto che Cassano è stata Presidente della Corte di Appello di Firenze senza considerare che Spirito aveva una ben più lunga e specifica esperienza di alto magistrato “dirigente” in Cassazione.

l Consiglio di Stato, con due distinte sentenze, ha decapitato i vertici della Corte di Cassazione. (Corriere della Calabria)

Ne parlano anche altre fonti

La cui nomina, firmata proprio da Mattarella 18 mesi fa in una seduta straordinaria del Csm al Quirinale, è Ad assistere all’inaugurazione solenne dell’anno giudiziario, in prima fila e al centro dell’aula, ci sarà Sergio Mattarella, presidente della Repubblica giunto agli ultimi giorni del suo mandato - non a caso poche ore dopo (lunedì 24) cominceranno le votazioni per il successore. (Il Manifesto)

Di fatto, dunque, è stata ribaltata la decisione del Tar che, al contrario, aveva confermato entrambe le nomine al Csm. Adesso bisognerà capire chi, il 21 gennaio prossimo, presenzierà l’apertura dell’anno giudiziario in Cassazione, in mancanza di un presidente. (Open)

Accoglienza infatti il ricorso del giudice Angelo Spirito ha dichiarato illegittime le nomine, fatte nel 2020 dal Csm, del presidente della Suprema Corte Pietro Curzio e del presidente aggiunto Margherita Cassano. (Imola Oggi)

A una settimana dall’inaugurazione dell’anno giudiziario, azzerati i vertici della Cassazione. A vincere entrambi i ricorsi il presidente di sezione civile della Cassazione, Angelo Spirito, difeso dal professor Franco Gaetano Scoca. (Il Fatto Quotidiano)

Due sentenze “gemelle” che ha causato un vero e proprio terremoto a “Palazzaccio“, sede della Corte di Cassazione, anche a Palazzo dei Marescialli sede del Csm. “Conoscendo il modo di operare del Csm faranno di tutto – aggiunge, critico, il professor Scoca – perchè a seguito della decisione del Consiglio di Stato non succeda niente (CORRIERE DEL GIORNO)