Paola Iezzi a "Belve": "Mi sento un gay nel corpo di donna", e il dolore per la separazione da Chiara

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Redazione Cultura e Spettacolo Redazione Cultura e Spettacolo   -   Davanti alle telecamere di "Belve", il programma condotto da Francesca Fagnani, Paola Iezzi ha scelto di non lasciare nulla di intentato, mescolando ironia e disarmante sincerità. L’artista, che con la sorella Chiara ha segnato la musica italiana dei primi anni Duemila, ha parlato senza reticenze della sua identità sessuale – "mi sento un gay nel corpo di una donna" – e dei periodi più bui seguiti alla fine del sodalizio artistico con Chiara. "Pensavo spesso alla morte", ha ammesso, descrivendo un vuoto che, dopo lo scioglimento delle Gemelle DiVino, sembrava incolmabile.

L’intervista, andata in onda martedì 6 maggio, ha mostrato una Iezzi lontana dall’immagine sfavillante degli anni di successo. Se da un lato ha ricordato con affetto l’esperienza a "X Factor" – dove ha conquistato il pubblico come giudice – dall’altro non ha nascosto le difficoltà personali. La separazione dalla sorella, nel 2013, è stata vissuta come una frattura esistenziale: "Ero persa, niente aveva più senso". Un dolore che l’ha spinta a riflettere sul proprio percorso, anche al di fuori della musica.

Sul tema della sessualità, le sue parole sono state nette, ma prive di qualsiasi intento provocatorio. Definirsi "un gay in un corpo di donna" non è stata una boutade, quanto piuttosto il tentativo di raccontare un’identità fluida, che non si adagia su categorie precostituite. Senza cadere nel tono della confessione drammatica, ha bilanciato leggerezza e profondità, come quando ha accennato ad attrazioni femminili o a esperienze passate, sempre con quel piglio autoironico che le appartiene.