Catania, mamma spaccia droga con il bambino in braccio: arrestata

Corriere della Sera INTERNO

Era un via vai continuo quello degli acquirenti, a tutte le ore dalle cinque del pomeriggio alle sette di mattina

L’indagine sulla «piazza di spaccio» del capoluogo etneo è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante.

Epicentro del fiorente commercio era via Piombai, centro nevralgico dello storico quartiere catanese di San Cristoforo, monitorato dagli investigatori da giugno a ottobre 2020 con telecamere. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altri giornali

Il fortino della droga nel cuore di San Cristoforo era posizionato nel dedalo di stradine in via Piombai. Le immagini riprese con un cellulare finivano poi sui social per far capire che con i capi dell'organizzazione era meglio non sbagliare mai. (La Repubblica)

Tra le immagini in possesso dei carabinieri ci sono quelle di un giovane costretto a ‘tuffarsi’ nel contenitore dell’immondizia e di un altro a farsi avvolgere il volto con del nastro isolante Così i carabinieri sono riusciti a riprendere, con telecamere nascoste, una donna intenta a spacciare mentre tiene il figlio piccolo in braccio. (ZMedia)

La piazza di spaccio (cocaina e crack) “fatturava” 10 mila euro al giorno. Così i carabinieri sono riusciti a riprendere, con telecamere nascoste, una donna spacciare mentre tiene il figlio piccolo in braccio. (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)

iuseppe, classe 2001 (art. ROMEO Giuseppe, classe 1992 (art.73 D.P.R. 309/90). 3 (Gazzettinonline)

Le vedette e i social. In via Piombai la violenza viaggiava anche sui social network. Le donne. Nel gruppo che operava in via Piombai un ruolo importante sarebbe stato ricoperto dalle donne, in particolare da Silvia Maugeri e da Georgiana Bontu, moglie e cognata del capo piazza Giovanni Di Martino (Livesicilia.it)

Ulteriori dettagli dell’operazione verranno forniti in mattinata nel corso di una conferenza stampa in Questura Le indagini del Commissariato Mecenate, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno permesso di individuare gli appartenenti alla banda, la cui attività criminosa interessava l’area dello scalo ferroviario di Milano Rogoredo. (IL GIORNO)