L’ultimo saluto a Gigi Proietti: la preghiera per gli artisti letta dall’altare

Il corteo funebre per le strade di Roma. In piazza, solo le forze dell’ordine e i rappresentanti della giunta.

Il percorso si è caratterizzato da più tappe: Campidoglio, il Globe Theatre, Piazza del Popolo, fino alla Chiesa degli artisti.

Per le strade di Roma, la folla accorsa per l’ultimo saluto a Gigi Proietti, nonostante il Covid.

In chiesa, la recita della bellissima preghiera per gli artisti. (La Luce di Maria)

Ne parlano anche altre testate

Poi, l'ultimo saluto: "Roma e l'Italia ti salutano qui, nel tuo teatro. L’ex sindaco di Roma: «Prendevi la lingua dei romani anche dalla strada» - Ansa /CorriereTv. Walter Veltroni saluta Gigi Proietti durante il funerale al Globe theatre di Roma, raccontando uno dei suoi aneddoti, quelli che l'artista romano amava carpire dal popolo della capitale. (Corriere della Sera)

Parte dalla clinica di Villa Margherita presto, […] Quant’è composta Roma, è raro vederla così: mostra la sua faccia gentile per salutare uno dei figli più amati. (Il Fatto Quotidiano)

Si è infatti celebrato oggi il funerale di Gigi Proietti, scomparso il 2 novembre scorso e storico, seppur sempre composto nel suo essere tifoso, sostenitore della Roma. Che lo ha ricordato con il lutto al braccio e con un commosso video. (TUTTO mercato WEB)

Colleghi, amici di teatro e di una vita hanno omaggiato Gigi Proietti ricordandolo proprio come lui ha sempre vissuto: con la recitazione, con la passione, con l’arte della parola. Un addio, quello di Gigi, che sarà sempre un saluto: un simbolo, lui, per Roma; così come lo fu Alberto Sordi. (MeteoWeek)

(di Camilla Mozzetti). «Un grande amore, un uomo che mi ha dato tanto e ha dato tanto a molti. L’ultima volta che ci eravamo visti è stata una settimana prima che precipitasse tutto». (Il Messaggero)

Ci ha mostrato l'arte, il sogno, la strada» - Ansa /CorriereTv. "Un privilegio l'ho avuto, quello di passare del tempo insieme e godere dei suoi racconti e della sua genialità. Ridere a crepapelle, senza ritegno, con un Maestro. (Corriere della Sera)