Robert Francis Prevost è il nuovo papa: prende il nome di Leone XIV





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Dalla loggia delle Benedizioni di San Pietro, mentre la folla in piazza tratteneva il fiato, il cardinale Mamberti ha pronunciato le parole che segnano l’inizio di un nuovo pontificato: «Annuntio vobis gaudium magnum». Robert Francis Prevost, 70 anni, cardinale statunitense, è stato eletto al quarto scrutinio dal conclave riunitosi dopo la scomparsa di papa Francesco, avvenuta lo scorso 21 aprile. Con il nome di Leone XIV, il nuovo pontefice – agostiniano, già prefetto del Dicastero per i vescovi – ha scelto un’impronta che richiama insieme tradizione e apertura, ereditando un percorso di riforma che dovrà ora confrontarsi con le sfide di una Chiesa globale.
Nato a Chicago nel 1955, Prevost ha trascorso gran parte della sua vita missionaria in Perù, dove ha maturato una profonda conoscenza delle dinamiche ecclesiali latinoamericane, terreno cruciale per il cattolicesimo contemporaneo. Chiamato a Roma nel 2023 da papa Francesco per guidare uno dei dicasteri più influenti, quello che sovrintende alla nomina dei vescovi, ha dimostrato un equilibrio tra pragmatismo e ascolto, qualità che ne hanno marcato la figura anche durante il breve periodo da cardinale.
«La pace sia con tutti voi»: sono state le prime parole del nuovo papa, pronunciate con un tono pacato ma carico di significato. Un richiamo esplicito al messaggio pasquale, quasi a sottolineare una continuità spirituale con il predecessore, pur nella diversità di temperamento. «Una pace disarmata, disarmante, umile», ha aggiunto, delineando fin da subito un orizzonte che sembra privilegiare il dialogo e la mitezza.
L’elezione di un pontefice americano – il secondo non europeo dopo Bergoglio – riflette l’evoluzione di un collegio cardinalizio sempre più variegato, benché Roma rimanga il cuore pulsante della governance vaticana. Prevost, pur radicato nell’esperienza latinoamericana, conosce bene le sfide della Curia, essendosi misurato con i meccanismi spesso complessi della macchina ecclesiastica. La sua nomina a prefetto del Dicastero per i vescovi, ruolo chiave nella scelta delle leadership locali, ne aveva già rivelato la capacità di mediazione.
Mentre i riflettori si accendono sul nuovo papa, restano sullo sfondo le questioni irrisolte che attendono risposte: dalla gestione degli scandali finanziari alle tensioni dottrinali interne, fino alla riforma della governance. Leone XIV, che ha scelto un nome non usato da oltre un secolo – l’ultimo fu Leone XIII, morto nel 1903 – dovrà navigare tra eredità e innovazione, in un momento in cui la Chiesa cerca di ridefinire il suo posto nel mondo.