Decreto Draghi, no lockdown ma restano le zone: nelle rosse visite ai parenti vietate. E i contagi non calano

Leggo.it INTERNO

Nessun lockdown nazionale e nessuna zona arancione per tutti, almeno per ora.

RISTORANTI E TEATRI, CHI VUOLE RIAPRIRE. Fuori dalle stanze però Salvini insiste su nuove aperture. Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Febbraio 2021, 10:40

Cambio di strategia anche per la comunicazione: un portavoce per il Cts e maggiore moderazione nei toni.

Ma la prima decisione assunta dal governo Draghi - approvata ieri al termine di un'ora e mezza di consiglio dei Ministri - mostra una stretta rispetto alle precedenti misure di contenimento del virus (Leggo.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Tra le novità del provvedimento c'è anche un divieto più stringente: il blocco agli spostamenti in zona rossa verso le abitazioni private: insomma, niente visite a parenti e amici in zona rossa. Il VIDEO. (iLMeteo.it)

Al mattino Draghi riunisce il primo Cdm operativo del suo governo, nel pomeriggio sente al telefono Angela Merkel, in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì. È un primo confronto: sulle indicazioni dei tecnici nelle prossime settimane Draghi intende misurare le sue decisioni. (Giornale di Sicilia)

Anche se la decisione che avrebbe dovuto prevedere limitazioni ai viaggi verso le seconde case non è stata presa in considerazione. Spostamenti tra regioni, stretta sulle zone rosse: niente visite agli amici. (Il Gazzettino)

Diremo che serve la linea della prudenza, questo sì”. Roma, 23 feb. (LaPresse)

Decreto spostamenti: cosa cambia. Fino alla data di scadenza del provvedimento non sarà possibile recarsi in una regione diversa da quella di residenza se non per comprovate esigenze di salute, lavoro o necessità da dichiarare sull’autocertificazione. (Notizie.it )

Analizzando con serietà la curva del contagio, stando rigorosamente ai numeri e alle valutazioni che ogni settimana registra la cabina di regia che, come è noto, è composta da nove membri, di cui tre del Ministero della salute, tre dell’Istituto superiore di sanità e tre rappresentanti delle Regioni, allo stato delle cose è fondamentale mantenere un approccio di grande prudenza”. (LaPresse)