Ma quale "sovranismo Ue": il Trattato del Quirinale è una zampata di nazionalismo old style

Il Secolo d'Italia INTERNO

La Francia vuole stendere il proprio mantello egemonico sull’Europa tentando di far coincidere quanto più possibile il proprio interesse con quello della Ue.

Non c’è solo l’opaco iter che ne ha preceduto la firma a conferire un tocco di occulto al Trattato del Quirinale tra Italia e Francia.

C’è anche il mistero della sua lettura politica, almeno per come lo ha confezionato la retorica ufficiale: una vittoria del sovranismo Ue su quello nazionalista. (Il Secolo d'Italia)

Ne parlano anche altre testate

Il testo del Trattato. L’accordo di “cooperazione bilaterale rafforzata” mette al centro proprio difesa, sicurezza e politica estera. (InsideOver)

Una cornice politica al massimo livello, un segnale forte di governance europea, una serie di procedure destinate a conciliare interessi e posizioni. Occorre una geometria più complessa, che associ ad esso il peso della nostra collocazione geopolitica e la dimensione dell’economia italiana. (ISPI)

Questo Trattato aiuta questa creazione di una difesa comune che è complementare alla Nato, non è sostitutiva: un'Europa più forte fa una Nato più forte Esse promuovono il rafforzamento del coordinamento tra la politica commerciale dell'Unione Europea e gli obiettivi europei di sviluppo sostenibile». (Studio Cataldi)

L’accordo siglato da Draghi e Macron, sotto l’egida di Mattarella, mette in luce un accordo storico tra questi due Paesi fondamentali d’Europa. Salvini non ha in alcun modo messo il bastone tra le ruote (Il Domani d'Italia)

Sul punto Draghi chiarisce bene: «Il trattato aiuta la costruzione di una difesa europea che naturalmente è complementare alla Nato, non è sostitutiva. Poi, nell’intervista all’Economist del 2019 in cui denunciò addirittura la «morte cerebrale» della Nato, Macron sottolineò la necessità di una autonomia strategica dell’Europa. (Quotidiano del Sud)

Tre eventi di questi giorni, completamente sconnessi tra di loro, ma che se uniti disegnano la parabola dell’evoluzione del M5s. Ora Di Maio, dopo essersi presentato con un programma anti Nato e filorusso e dopo essere stato promotore della politica filocinese del governo Conte, è diventato convinto atlantista ed europeista. (GameGurus)