Manovra, Meloni rassicura Forza Italia sulla rivalutazione delle pensioni minime. E difende Sangiuliano
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Le pensioni minime entrano ufficialmente nel menu della prossima manovra . «Le pensioni minime è una delle nostre priorità», ha assicurato la presidente del consiglio Giorgia Meloni, ospite di “4 di Sera”, su Rete4. Quello della difesa dei trattamenti minimi è un tema caro all’alleato al governo, Forza Italia. Meloni ha ricordato che in due anni il governo ha lavorato «per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita» e ha anche garantito «una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo». (Il Sole 24 ORE)
La notizia riportata su altre testate
Un’intervista non esattamente incalzante nei toni, anzi quasi una chiacchierata tra amici («Come sei elegante, bello quel vestito», gli dice lei) tra Paolo Del Debbio e Giorgia Meloni, dalla quale vengono fuori comunque alcuni punti fermi di quello che impegnerà il governo nei prossimi mesi. (Corriere della Sera)
Probabilmente anche stavolta non si farà nulla riguardo all’incremento a 1.000 euro delle pensioni minime. (InvestireOggi.it)
«Il presupposto per l’introduzione dell’autonomia differenziata voluta da questo governo è una cosa che si chiama “livelli essenziali delle prestazioni”. I livelli essenziali delle prestazioni significa che noi dobbiamo stabilire su tutto il territorio nazionale qual è il livello minimo di servizi che deve essere uguale per tutti i cittadini, indipendentemente da dove vivono» (min. (Pagella Politica)
"Sarà una legge di bilancio ispirata, come quelle precedenti, alla serietà e alla responsabilità. (Civonline)
È successo lunedì sera durante l’ospitata a 4 di sera su Rete 4 e di nuovo mercoledì, quando la premier ha pronunciato la sua relazione introduttiva all’esecutivo di Fratelli d’Italia. Ed è vero non sempre un decimale in più o in meno indica una tendenza. (Il Fatto Quotidiano)
quasi cento anni fa, nel 1926, quando l’economia e il mondo del lavoro italiani erano molto diversi da quelli attuali, così come la raccolta dei dati. contengono (Pagella Politica)