La Leapmotor C10 REEV, l’ibrida cinese che sfida i pregiudizi

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ECONOMIA

Non è più il tempo in cui le auto cinesi venivano liquidate con un giudizio sommario, spesso legato a materiali plasticosi o a un’affidabilità tutta da dimostrare. Chiunque abbia avuto a che fare con i primi modelli importati dall’Oriente sa bene di cosa si parla. Oggi, però, lo scenario è cambiato, e la Leapmotor C10 REEV ne è la prova più evidente.

Arrivata in Italia dopo i modelli T03 e C10, questa vettura rappresenta un salto di qualità per il brand, che punta a raggiungere 500mila unità vendute a livello globale entro il 2025, un obiettivo ambizioso se si considera che nel 2023 ne ha consegnate poco meno di 294mila. Nel nostro Paese, intanto, la rete commerciale si espande: le concessionarie sono già un centinaio, con l’obiettivo di arrivare a 125 entro giugno.

La C10 REEV è un SUV elettrico con range extender, lungo 4,74 metri, che coniuga design essenziale e tecnologia avanzata. Il motore termico, un 1.2 a benzina da 68 CV, funge da generatore per la batteria, mentre l’unità elettrica eroga 215 CV e 320 Nm di coppia, garantendo un’autonomia complessiva di fino a 970 chilometri. Il bagagliaio, con una capacità variabile tra 400 e 1375 litri, completa un’offerta pensata per chi cerca praticità senza rinunciare alle prestazioni.

La base meccanica riprende quella della versione BEV, ma è la tecnologia REEV a fare la differenza, eliminando l’ansia da ricarica. Frutto della joint venture tra Leapmotor e Stellantis – dove il gruppo europeo detiene il 51% –, questa vettura non è solo il risultato di un accordo commerciale, ma di un vero scambio di competenze. L’obiettivo? Migliorare dinamica, assetto e qualità percepita, aspetti cruciali per conquistare un mercato esigente come quello italiano.