Generali, battaglia finale

La Stampa ECONOMIA

Nessuno esclude che Bardin – l’ad di Delfin “occhi” e “orecchie” di Del Vecchio dentro le Generali – possa prossimamente seguire l’esempio di Caltagirone ed uscire dal cda

Da una parte il consiglio di amministrazione che – col supporto di Mediobanca – vuole riproporre l’attuale ad, Philippe Donnet.

Il consiglio, secondo Caltagirone, gli avrebbe impedito di «dare il proprio contributo critico» e assicurare «un controllo adeguato». (La Stampa)

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Con le dimissioni dal consiglio, dai comitati e dalla vicepresidenza, dunque, Caltagirone intende risolvere una situazione di carico di «responsabilità senza informazioni». Il perché lo ha spiegato nelle tre pagine della lettera che ha inviato alla società alle ore 21 di giovedì 13 gennaio. (ilGiornale.it)

Tutto il resto è contorno, di volta in volta ammantato da spiegazioni giuridiche, pareri super partes, cacciatori di teste anglofoni e consulenti per la comunicazione. La questione è quindi elementare: chi ha investito una montagna di capitale proprio - Caltagirone e Del Vecchio - vuole avere voce in capitolo. (ilGiornale.it)

Generali, Gaetano Caltagirone esce dal Cda: una strategia per il futuro? Fonte foto: ANSA. Generali, Gaetano Caltagirone esce dal Cda: i motivi della rottura. Gaetano Caltagirone abbandona la seconda carica della compagnia (presieduta da Gabriele Galateri) dopo ben dodici anni trascorsi al vertice. (Virgilio Notizie)

Le dimissioni dal consiglio di amministrazione di Generali di Francesco Gaetano Caltagirone, che della compagnia è il secondo azionista con l’8,04%, fanno scivolare le azioni che ieri in Borsa hanno perso l’1,52% a 18,4 euro, o 29,1 miliardi di capitalizzazione. (La Repubblica)

Gabriele Galateri di Genola, che di Generali è il presidente, ha respinto le accuse: «Esprimo vivo rammarico e sorpresa per la decisione assunta dal cav. (Avvenire)

E nello stesso tempo, la bella addormentata da scuotere, la compagnia assicurativa che ha sprecato troppe occasioni per dare la zampata al mercato europeo, prendendosi il posto che potrebbe avere (più importante di quello che ha), insomma, una macchina da guerra potenziale, che però non marcia a pieni giri (La Repubblica)