L'ex senatore Antonio D'Alì condannato a 6 anni per concorso esterno in associazione mafiosa

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La notizia riportata su altri media

Per i pm, che avevano chiesto la condanna a 7 anni e 4 mesi, l'ex senatore trapanese avrebbe avuto rapporti con le cosche e con esponenti di spicco dell'organizzazione come il superlatitante Matteo Messina Denaro, Vincenzo Virga e Francesco Pace, fin dai primi anni '90, e avrebbe cercato l'appoggio elettorale delle "famiglie". (Notizie - MSN Italia)

L'ex senatore di Fi Antonio D'Alì, protagonista di alterne vicende giudiziarie, è stato condannato a sei anni di reclusione dalla corte d'appello di Palermo, tornata a pronunciarsi sulle imputazioni contestate al politico dopo l'annullamento in Cassazione della prima sentenza d'appello. (Nuovo Sud)

D’Alì era imputato di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo d’appello bis celebrato dopo che la corte di cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza della corte d’appello di Palermo. (EcodiSicilia)

I giudici hanno dichiarato prescritti i reati del periodo precedente. La corte d'Appello di Palermo ha condannato a sei anni di carcere l'ex senatore di Forza Italia Antonio D'Alì, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, nel processo d'appello-bis dopo la sentenza della Corte di Cassazione che aveva annullato con rinvio la prima sentenza d'appello del settembre del 2016, in cui l'ex sottosegretario di Forza Italia venne assolto per le contestazioni successive al 1994. (Adnkronos)

Dei presunti collegamenti di D’Alì con le cosche hanno parlato vari pentiti tra cui Antonino Giuffrè, Antonio Sinacori, Francesco Campanella e da ultimo don Ninni Treppiedi e Antonino Birrittella, ritenuti attendibili dai giudici d’appello Le richieste dell’accusa. (BlogSicilia.it)

La condanna, per essere superiore ai cinque anni, potrebbe essere seguita da un ordine di carcerazione, la cui competenza della Procura Generale di Palermo Nella lista dei presunti falsi testi anche il pentito Giovanni Ingrasciotta e il prefetto Carlo Mosca deceduto però di recente. (La Stampa)