Ue, “presto colloqui tecnici con la Cina per soluzione sui dazi auto elettriche”
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L'Unione europea e la Cina «hanno concordato» di tenere a breve ulteriori «negoziati tecnici» sulla decisione di Bruxelles di imporre dazi definitivi sui veicoli elettrici importati dalla Cina per trovare una soluzione che garantisca «parità di condizioni nel mercato dell'Ue e sia compatibile con l'Organizzazione mondiale del commercio». E' quanto rende noto il portavoce della Commissione Ue per il commercio, Olof Gill, dopo una videochiamata tra il vicepresidente responsabile, Valdis Dombrovskis, e il ministro del commercio cinese Wang Wentao. (Il Messaggero - Motori)
Ne parlano anche altri media
I dazi che la Commissione Europea ha voluto istituire contro le auto elettriche cinesi che presto diventeranno definitivi, sono fonte di nuove tensioni tra l'Unione Europa e la Cina. In particolare, rischiano di essere controproducenti per i piani del Governo italiano. (HDmotori)
Questo scenario potrebbe complicare le strategie dell’Italia per attrarre investimenti cinesi nel settore automobilistico elettrico. Mentre alcuni produttori cinesi sospendono le loro attività europee, aziende come BYD cercano vie alternative, investendo in Turchia per sfruttare il libero scambio con l’Unione Europea. (Autoappassionati.it)
Le crescenti tensioni commerciali tra Cina ed Europa rischiano di avere un impatto significativo sul mercato dei veicoli elettrici. Secondo un recente rapporto di Bloomberg, il governo cinese starebbe esortando le case automobilistiche nazionali a riconsiderare i loro piani di espansione nel mercato europeo. (l'Automobile - ACI)
Stamattina il vicepresidente della Commissione Europea per il Commercio, Valdis Dombrovskis, e il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao, hanno discusso in videoconferenza. (LA STAMPA Finanza)
Salta il ventilato approdo del colosso cinese in Italia. Non costruirà nessuna fabbrica nella penisola dopo le raccomandazioni fatte da Pechino alle sue aziende Le recenti tensioni commerciali tra l’UE e la Cina potrebbero complicare i piani dell’Italia di attrarre investimenti diretti nelle produzioni a batteria. (Virgilio)