Arrestata Floriana Calcagno, l’amante che avrebbe protetto Messina Denaro negli anni della latitanza





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Floriana Calcagno, insegnante di matematica in una scuola di Mazara del Vallo, è stata arrestata con l’accusa di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. La donna, nipote del mafioso Francesco Luppino, avrebbe aiutato Matteo Messina Denaro negli ultimi anni della sua latitanza, durata trent’anni e conclusasi con la cattura nel gennaio 2023, poco prima della sua morte.
Secondo gli inquirenti, la Calcagno sarebbe stata tra le figure chiave che permisero al boss di mantenere i contatti con l’esterno, custodendo segreti e garantendogli protezione. Un ruolo che, se confermato, la collocherebbe accanto ad altre donne – amanti e complici – che negli anni hanno tessuto una rete di sostegno attorno al superlatitante. Tra queste, spicca il nome di Laura Bonafede, maestra elementare e amante storica di Messina Denaro, già condannata per favoreggiamento.
Proprio la Bonafede, in un messaggio carico di gelosia e rabbia, avrebbe scritto al boss parole che oggi assumono un nuovo significato: «Dici che Acchina ti aiuta come può a fare cose per te. Ma cosa può fare per te?». Quell’Acchina, secondo gli investigatori, potrebbe riferirsi proprio alla Calcagno, il cui arresto riapre un capitolo oscuro delle relazioni personali del capomafia.
La scrittrice Giuseppina Torregrossa, commentando il rapporto tra Messina Denaro e le donne a lui vicine, lo ha definito «un essere primitivo incapace di possedere alcun senso etico», aggiungendo che molte di loro «si riconoscevano in lui come in un gioco di specchi». Un dinamica perversa, in cui affetto, complicità e paura si mescolavano, spingendo alcune a rischiare tutto pur di garantirgli impunità.
L’indagine che ha portato all’arresto della Calcagno affonda le radici in una serie di intercettazioni e movimenti sospetti, tra cui quello di una Fiat Panda avvistata nei pressi di un covo del boss prima di invertire bruscamente la marcia. Un dettaglio che, insieme ad altri, ha permesso di ricostruire i legami tra la donna e l’organizzazione mafiosa.