Non per il potere. Netanyahu vuole un Grande Israele, dal mare al fiume (di W. Goldkorn)
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“Netanyahu è un uomo razionale e laico e il suo rapporto con la fede e con i religiosi è di tipo funzionale. Non riesco a intravvedere in lui alcun aspetto mistico. È un ideologo, determinato a non dividere la Terra d’Israele in due Stati. Vuole lasciare tutto il territorio della Palestina storica nelle mani d’Israele non solo per motivi di sicurezza ma perché la sua è una visione del mondo nazionalista”. (L'HuffPost)
Ne parlano anche altre fonti
Il conflitto israelo-palestinese, e più in generale quello tra Israele e i paesi vicini come la Siria e il Libano, è una delle questioni geopolitiche più complesse e longeve del mondo contemporaneo. (100 Passi Journal)
Si chiama Bibi Netanyahu, è il premier più impopolare dal secondo dopoguerra, mostra sprezzo del diritto internazionale e del dolore dei suoi connazionali, in grandi numeri in piazza (nella foto sotto, a Tel Aviv a inizio settembre) per la salvezza degli ultimi ostaggi superstiti nelle mani di Hamas. (Elle)
Altrettanti protestavano davanti alla casa di Caesarea e in decine di migliaia si ritrovavano nell’abituale piazza degli ostaggi … “La prima condizione per vincere questa guerra è restare uniti”. (Il Fatto Quotidiano)
Benjamin Netanyahu si ritrova impegnato su un doppio fronte: quello esterno, a Gaza, contro Yahya Sinwar, il leader di Hamas; e quello interno, nello Stato ebraico, contro i sindacati che dichiarano sciopero generale, appoggiati dai partiti di opposizione e dalle famiglie degli ostaggi, per paralizzare il Paese. (la Repubblica)
Contro Netanyahu, il governo, contro quello che succede, contro quello che è successo, contro un futuro più incerto che mai. Si radunano da sempre più lontano, sono fiumi di persone che scendono in piazza, per le strade, ovunque. (La Stampa)
Un nuovo Messia si aggira per la Terra santa, “non fa miracoli, guida invece un culto fatto di bugie e di morte”, come titola Haartez nell’analisi di Alon Pinkas. (Il Fatto Quotidiano)