Andrea Sempio e il caso Poggi: il prelievo del Dna e le nuove indagini

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

Andrea Sempio, l’ex ragazzo di Garlasco al centro delle nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, si trova oggi di fronte a un momento cruciale: il prelievo del Dna, un passaggio che potrebbe segnare una svolta decisiva nelle indagini. Sempio, che secondo fonti vicine «sta male», è circondato solo dai suoi legali, dai familiari e da pochi amici stretti, in un clima di protezione che ricorda, ma supera per tensione, quello del 2016. Allora, le accuse infamanti dei legali di Alberto Stasi e il clamore mediatico lo avevano già messo sotto pressione. Oggi, però, la situazione è diversa: la Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, sembra aver imboccato una strada più determinata, «ostinata e contraria», come qualcuno l’ha definita, rispetto al passato.

L’opposizione al consenso per il prelievo del Dna, presentata una settimana fa dai legali di Sempio e seppur prevista dalla legge, ha avuto l’effetto di un boomerang, alimentando ulteriori sospetti. La decisione del giudice di procedere comunque ha riacceso i riflettori su un caso che, nonostante i 18 anni trascorsi, continua a sollevare interrogativi. Tra questi, spiccano le conclusioni del consulente genetico della difesa di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara condannato in primo grado e poi assolto in appello. Già sei anni fa, il Dna trovato sotto le unghie della vittima era stato definito «perfettamente compatibile» con quello di Sempio, un dato che ora torna a pesare come un macigno.

Non solo il Dna, però. Le nuove indagini della Procura di Pavia si concentrano anche su altri elementi, come le impronte digitali e le tracce di scarpe rinvenute sulla scena del crimine. A questi si aggiunge un dettaglio curioso emerso dalle parole del giudice Stefano Vitelli, che nel 2009 assolse Stasi in primo grado: Sempio avrebbe conservato uno scontrino, quasi a volerlo usare come alibi. Un gesto che, seppur apparentemente insignificante, assume un significato diverso alla luce delle nuove indagini.

Vitelli, oggi alla sezione Riesame del tribunale di Torino, è noto per il suo rigore e per la capacità di tenere separate le dinamiche processuali dalle pressioni esterne. «A ogni verifica i dubbi aumentavano», ha dichiarato in passato, riferendosi al caso Stasi. Una frase che, oggi, sembra riecheggiare anche nel contesto delle nuove indagini su Sempio. La riapertura dell’inchiesta, decisa due giorni fa, riporta alla luce un caso che ha segnato profondamente Garlasco, un paese che ancora cerca risposte.