Il ricordo di Buffardi e Moscardini a 40 anni dall'incidente di Vermicino: “Fatto tutto il possibile per salvare il piccolo Alfredo”

TRC Giornale INTERNO

Tra chi è stato impegnato in prima linea c’erano anche Manlio Buffardi, l’ultimo pompiere sopravvissuto tra quelli impegnati a Vermicino, e Piero Moscardini che si trovava invece nella sala operativa

Il 10 giugno del 1981 Alfredo Rampi, un bimbo di sei anni, cadde in un pozzo artesiano nella campagna di una piccola frazione in provincia di Frascati.

Per tre giorni e tre notti Vigili del Fuoco e speleologi lavorarono senza sosta per cercare di trarre in salvo il piccolo Alfredino che purtroppo morì il 13 giugno. (TRC Giornale)

Ne parlano anche altre fonti

Dove e quando è nato, età e biografia di Angelo Licheri. Angelo Licheri è nato a Gavoi, in provincia di Nuoro il 20 agosto del 1944 e ha 76 anni di età. E’ stato un operaio sardo ed è noto come l’eroe di Vermicino visti i suoi disperati tentativi di salvare il piccolo Alfredino Rampi. (Blitz quotidiano)

Tenta per tre volte di allacciare l’imbracatura per tirarlo fuori, ma ogni volta questa si apre. Cerca quindi di prendere il bambino per le braccia ma nel farlo lo fa scivolare ancora più in profondità. (Sky Tg24 )

Nell’occasione dei fatti di Vermicino si è parlato della nascita della cosiddetta tivù del dolore, la tragedia personale che diventa show. In Vermicino c’è qualcosa di più sottile, di più drammatico, per la prima volta - lo ripeto - è come se si fosse squarciato un velo e noi abbiamo visto la morte in faccia". (RSI.ch Informazione)

In quel maledetto pozzo artesiano che il 10 giugno del 1981 ingoiò vicino a Roma Alfredino Rampi si calò anche un sardo, Angelo Licheri. Giunto a trenta metri sotto terra Angelo arrivò persino a stringere il braccio esile di Alfredino. (vistanet)

La storia è impressa nella memoria collettiva: era il 13 giugno 1981, quando in fondo a un pozzo artesiano, moriva Alfredo Rampi, oggi conosciuto come Alfredino. (Thesocialpost.it)

Scriveva ancora Nove: “Penso che se Alfredino moriva ora aveva la pubblicità come problema, più per i telespettatori che per lui direttamente, impegnato a sopravvivere un attimino in più. Ma moriva sempre allo stesso modo, non c’era pausa, quel bambino moriva tutta la notte”. (L'HuffPost)