Identificato l'agente con la felpa neonazista alla manifestazione pro Palestina a Milano

Identificato l'agente con la felpa neonazista alla manifestazione pro Palestina a Milano
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INTERNO

La Questura di Milano ha riconosciuto il poliziotto che, durante il corteo pro Palestina di sabato scorso, indossava una felpa nera con la scritta «Narodowa Duma» – slogan legato all’estrema destra polacca, spesso associata a gruppi neonazisti. L’uomo, in servizio con la tenuta antisommossa, ha attirato l’attenzione per quel simbolo inequivocabile, finendo al centro di un caso che potrebbe avere ripercussioni disciplinari e, probabilmente, politiche. «Sono in corso accertamenti», hanno precisato fonti ufficiali, senza però chiarire come sia stato possibile che un agente abbia potuto sfoggiare simili riferimenti senza essere immediatamente identificato.

La vicenda, che ha suscitato sconcerto, solleva interrogativi sulla permeabilità delle forze dell’ordine a ideologie estremiste. Non si tratta di un episodio isolato, ma di un fenomeno che, seppur circoscritto, rischia di minare la fiducia nelle istituzioni. La Digos, stando alle dichiarazioni, avrebbe avviato le verifiche per risalire all’identità dell’uomo, una dinamica che appare paradossale considerando il rigido sistema di tracciamento interno.

Intanto, un’altra inchiesta si aggiunge al quadro già complesso delle proteste milanesi. La Procura, guidata da Marcello Viola, ha aperto un fascicolo per «violenza o minaccia a un Corpo politico» dopo la comparsa, su una vetrina di banca, della scritta «Spara a Giorgia» durante la stessa manifestazione. L’episodio, per quanto grave, rischia però di offuscare la natura pacifica del corteo, trasformando l’attenzione mediatica da una legittima protesta a singoli atti di provocazione.