Salvini invoca la castrazione chimica dopo l’arresto di Massimiliano Mulas





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Matteo Salvini, leader della Lega, è tornato a chiedere l’introduzione della castrazione chimica per i reati di pedofilia e stupro, commentando sui social il caso di Massimiliano Mulas, il 45enne di origini sarde arrestato a Mestre con l’accusa di aver tentato di abusare di una ragazzina di 11 anni. “Problema risolto, come peraltro già fanno altri Paesi europei”, ha scritto, riaccendendo un dibattito che periodicamente riemerge in seguito a fatti di cronaca particolarmente efferati.
La vicenda, che ha scosso l’opinione pubblica, risale alla mattina del 10 aprile, quando Mulas avrebbe seguito la vittima – reduce da un allenamento in palestra – prima sul tram e poi fino al portone di casa. La bambina, intuendo il pericolo, aveva chiamato un’amica prima di rifugiarsi nell’androne, ma l’uomo l’avrebbe raggiunta, approfittando della sua vulnerabilità. A incastrarlo, oltre alle testimonianze, alcuni video che ne documenterebbero la fuga dalla scena del crimine, oltre alla dimenticanza del portafoglio nell’abitazione della minore.
L’arresto, avvenuto nel giro di poche ore, ha portato alla luce il pesante curriculum giudiziario dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati a violenze sessuali. Un dettaglio che ha sollevato polemiche trasversali, spingendo non solo la Lega ma anche Fratelli d’Italia a chiedere interventi legislativi più severi, mentre il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiarire le circostanze che hanno permesso a Mulas di agire nonostante il suo passato.