Il governo informerà la Camera sul caso Almasri: Nordio e Piantedosi in Aula

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INTERNO

Dopo una settimana di tensioni e polemiche, il governo si appresta a rispondere in Parlamento sul caso Almasri, una vicenda che ha scatenato aspre critiche da parte dell’opposizione e alimentato un dibattito acceso sui social network. A intervenire in Aula, domani 5 febbraio, non sarà direttamente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come inizialmente atteso, ma i ministri Carlo Nordio (Giustizia) e Matteo Piantedosi (Interno). L’informativa è prevista alle 12.15 alla Camera, per poi proseguire al Senato nel pomeriggio.

La decisione di far intervenire i due ministri, anziché la premier, è stata giustificata da Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, il quale ha ribadito che il governo “non scappa dal Parlamento”. Ciriani ha spiegato che il rinvio dell’informativa, inizialmente annullata, era dovuto alla necessità di approfondire un “fatto clamoroso”, riferendosi alla complessità del caso Almasri. Il libico, infatti, era stato rimpatriato con un volo di Stato nonostante una richiesta di arresto internazionale emessa dalla Corte penale dell’Aja per crimini di guerra, un dettaglio che ha sollevato interrogativi e critiche.

Le opposizioni, tuttavia, non hanno risparmiato accuse. Nicola Fratoianni, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, ha dichiarato che Meloni e il governo dovrebbero “venire in Parlamento e smetterla con i complotti”, chiedendo spiegazioni sul perché sia stato liberato un uomo accusato di essere un “assassino e torturatore”. Le critiche si sono concentrate anche sull’assenza della premier in Aula, interpretata da alcuni come un tentativo di evitare il confronto diretto.

La vicenda giudiziaria che ha coinvolto Nordio, Piantedosi, Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano – iscritti nel registro delle notizie di reato quali persone indagate – ha ulteriormente complicato il quadro. L’annullamento iniziale dell’informativa, motivato proprio da questa iscrizione, aveva alimentato il malcontento delle opposizioni, che hanno accusato l’esecutivo di voler eludere le responsabilità.

Ora, con l’intervento dei due ministri, il governo cercherà di ricostruire i dettagli di una vicenda che ha messo in luce non solo questioni giudiziarie, ma anche diplomatiche. Almasri, infatti, era stato arrestato in Italia su richiesta della Corte penale internazionale, ma successivamente rilasciato e rimpatriato in Libia, un passaggio che ha sollevato dubbi sulla coerenza delle scelte dell’esecutivo rispetto agli impegni internazionali.