Il regista Frammartino premiato a Venezia

L’abisso del Bifurto, nel territorio del comune di Cerchiara di Calabria, è un profondissimo inghiottitoio che scende in verticale per 683 metri esempio dell’attività carsica sulle pendici del Pollino.

La pellicola girata in quei luoghi dl regista di origini calabresi, racconta l’impresa compiuta nel 1961 da un gruppo di speleologi calatisi a quasi 700 metri sottoterra dove venne scoperta l’allora seconda grotta più grande del mondo. (CatanzaroInforma)

La notizia riportata su altre testate

Intorno abbiamo molta luce, molte immagini luminose e seducenti; d’altronde si sa, questa luce è molto più accattivante. Il buio, al contrario, fa paura, il buio comporta una responsabilità nei confronti dello spettatore (Quotidiano del Sud)

Tempo di lettura 2 Minuti. «Il Leone stretto tra le mani di Michelangelo Frammartino è l’immagine della Calabria che vogliamo: resistente, poetica, capace ancora di vedere nel buio la luce del proprio coraggio». (Quotidiano del Sud)

Il premio più importante è sicuramente il ‘Premio Speciale della Giuria‘ ad un film che parla di Speleologia, in maiuscolo, assegnato nella serata finale. Altro premio per Il buco è il ”Green Drop Award 2021“. (La Scintilena)

Con emozione e orgoglio voglio riprendere le parole pronunciate dal regista Michelangelo Frammartino nel ricevere il Premio speciale della Giuria per “Il Buco” alla 78esima Mostra del cinema di Venezia (Corriere della Calabria)

Ed esattamente sono due, il primo premio è la pellicola d’oro a Luca Massa, operatore speleologo per le riprese del film che rievoca la straordinaria impresa del Gruppo Speleologico Piemontese torinese che, nel 1961, scoprì l’abisso del Bifurto una delle grotte più profonde del mondo. (La Riviera)

Grazie San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara, Rotonda, Terranova del Pollino da dove viene Nicola Lanza, il meraviglioso pastore del film, grazie Caulonia e grazie alla Calabria che è la regione più bella d’Italia». (ABMreport)