Fragile in casa, Merz prova a rafforzarsi in Europa: il triangolo di Weimar riparte da Parigi


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Friedrich Merz, appena insediato alla guida di un governo tedesco segnato da un avvio parlamentare travagliato, ha scelto di muoversi rapidamente sul fronte europeo. La sua prima visita ufficiale, destinata a Francia e Polonia, non è casuale: punta a rilanciare il cosiddetto "triangolo di Weimar", l’accordo del 1991 tra Berlino, Parigi e Varsavia che, nonostante le tensioni degli ultimi anni, rimane un pilastro geopolitico spesso trascurato. L’obiettivo è chiaro: ridare slancio alla cooperazione continentale in un momento in cui la guerra in Ucraina, le tensioni commerciali e i dubbi sulla strategia della Nato impongono scelte nette.
A Parigi, dove ha incontrato Emmanuel Macron, Merz ha sottolineato la necessità di "un’Europa più coesa sulla difesa", evitando però toni trionfalistici. Le divergenze tra Francia e Germania, emerse soprattutto durante l’era Scholz, non sono state cancellate da un giorno all’altro. Ma il nuovo cancelliere, consapevole della propria debolezza interna – il Bundestag gli ha negato la fiducia al primo scrutinio, fatto senza precedenti nella storia tedesca – sa che un’intesa con Parigi è indispensabile. "Dobbiamo lavorare per una tregua duratura in Ucraina", ha dichiarato, annunciando una visita a Kiev nelle prossime settimane.
Macron, da parte sua, ha accolto con cautela le aperture di Merz. Il presidente francese, che negli ultimi mesi ha insistito sull’autonomia strategica europea, sembra vedere in questa fase un’opportunità per rianimare il dialogo transalpino. La questione dei dazi, le trattative sul Mercosur e la creazione di un sistema di difesa comune restano nodi irrisolti, ma entrambi i leader hanno evitato di accentuare le differenze. "Gli Stati Uniti devono essere coinvolti nel monitoraggio di un eventuale cessate il fuoco", ha precisato Merz, quasi a voler smorzare le voci su un possibile allontanamento dall’alleato atlantico.
Intanto, a Berlino, la fragilità della coalizione di governo pesa come un macigno. Quella che doveva essere una transizione di potere ordinata – in un paese abituato a cambi di guardia privi di drammi – si è trasformata in uno scontro senza esclusione di colpi. Merz, che pure ha ottenuto la fiducia in un secondo voto, dovrà fare i conti con un parlamento diviso e un’opinione pubblica scettica. La sua scommessa è che un ruolo da protagonista in Europa possa dargli quella credibilità che, per ora, gli manca in patria.