Chiuso il sito della morte, istigava al suicidio: al forum era iscritto anche Matteo Cecconi

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Uno di loro, un ragazzo di Bassano del Grappa, Matteo Cecconi, alla fine di aprile si è tolto la vita ingerendo del veleno durante una pausa della didattica a distanza.

Entrambi si sono tolti la vita nello stesso modo di Matteo, acquistando su internet una sostanza letale.

Il sito in questione si chiama "Sanctioned suicide" e nei giorni scorsi è finito nel mirino della Procura romana, durante l'indagine sulla morte di due ragazzi laziali. (VicenzaToday)

Ne parlano anche altre testate

Tre minuti dopo Matteo digita che quella roba che ha ingoiato “ha un gusto orribile”, poi il silenzio che annuncia la fine di una giovanissima vita. La regola del forum: sostenere il diritto di farla finita. (Aleteia IT)

Nella lettera d’addio che ha lasciato ai genitori, Matteo scrive: «Non datevi colpe che non avete, ho dissimulato molto bene». «E poi c’era l’altro Matteo - spiega il papà - quello di cui nessuno sospettava l’esistenza e che abbiamo scoperto solo di recente, attraverso una specie di diario che ci ha lasciato. (Corriere della Sera)

Matteo Cecconi beve il nitrido di sodio in Dad, incoraggiato da 10 ragazzi. “La mattina in cui ha deciso di ingerire il nitrito di sodio era collegato in chat con una decina di altri ragazzi che l’hanno sostenuto nella sua scelta”. (Blitz quotidiano)

Matteo Cecconi aveva 18 anni, era uno studente al quarto anno dell’istituto-tecnico industriale ‘Fermi’ di Bassano del Grappa. E la mattina in cui ha deciso di ingerire il veleno era collegato in chat con una decina di altri ragazzi, che l’hanno sostenuto nella sua scelta”. (L'Occhio)

Con queste parole Matteo Cecconi, il giovane studente morto suicida a 18 anni lo scorso 26 aprile, ha dato l'addio alla mamma e al papà, prima di togliersi la vita con il salnitro di sodio durante una lezione in Dad. (leggo.it)

Si chiamava Matteo Cecconi, uno così bello e così giovane non può voler morire, se vuole morire c’è qualcosa che non va, in noi o in lui. Era di Bassano, vicino a casa mia, quindi mi riguarda il doppio. (La Stampa)