Nucleare in Italia, cosa c’è di vero?

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Il governo ha annunciato un disegno di legge – delega per riportare il nucleare in Italia. La notizia è arrivata all’improvviso, senza confronto pubblico né dibattito nei media. Una svolta energetica che sorprende, considerando che due referendum popolari (1987 e 2011) avevano già bocciato il nucleare nel Paese. Secondo il governo 1, il disegno di legge si inserisce nelle “politiche europee di decarbonizzazione” con orizzonte 2050. (Pressenza - International Press Agency)
Su altre testate
«La Lega ha le idee chiare, noi diciamo Sì al nucleare: pulito, sicuro, green e a emissioni zero. Così ieri il leader della Lega Matteo Salvini sul suo profilo «X» dopo aver partecipato in Regione Lombardia all'evento «Il nucleare sostenibile: l'Italia Riparte!» organizzato dal Dipartimento Ambiente del Carroccio. (il Giornale)
Il vice premier e ministro delle Infrastrutture ha fornito anche una data, il 2032. «Sul nucleare ogni settimana di ritardo è un furto di futuro nei confronti dei nostri figli. (Corriere della Sera)
Se è disponibile, io sono ampiamente disponibile". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato l’ipotesi di realizzazione di una centrale nucleare in città lanciata dal ministro Matteo Salvini. (Il Giorno)

«Nel 2032 potremmo avere la Tav e il primo treno veloce tra Torino e Lione, il tunnel del Brennero, il treno che da Palermo senza interruzioni arriva a Milano e poi Berlino ed Helsinki completando un corridoio da cui si parla da un secolo e un primo giro di chiavi di una centrale nucleare che da milanese, alla faccia della sindrome Nimby, mi piacerebbe fosse a Milano, che è da sempre la capitale della ricerca, dell’innovazione». (StartupItalia)
Milano – Corsi e ricorsi. Ci sono temi che sembrano non passare mai di moda (talvolta più a parole che nei fatti) e uno di questi è il nucleare in Italia. (Il Giorno)
«Se partiamo oggi, come il governo vuole, tra 7 anni nel 2035 accendiamo il primo interruttore del nucleare di ultima generazione e le famiglie pagheranno meno». (Il Gazzettino)