Vaccino, non 6 ma 4 le dosi iniettate per errore alla 23enne

BlogSicilia.it ECONOMIA

È stato, infatti, spieigato che la fiala contiene all’origine 0,45 ml di siero.

La vicenda di Massa. Non sei ma quattro le dosi del vaccino di Pfizer somministrate domenica scorsa, 9 maggi, alla 23enne tirocinante di psicologia clinica a Massa.

Quindi, tolto il quantitativo di soluzione vaccinale ancora presente, circa 0,15 ml, è in realtà di circa 0,30 ml, corrispondente al quantitativo impiegato per 4 dosi di vaccino Pfizer-Biontech, il dosaggio iniettato per errore alle 23enne. (BlogSicilia.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Si è trattato di un calo di attenzione, di quelli che possono succedere a ogni essere umano, anche se in certe situazioni non dovrebbe accadere”. A parlare è il dottor Tommaso Bellandi, direttore dell’unità Sicurezza del paziente, che ha ricondotto l’errore ad un calo cognitivo da parte dell’infermiera che ha effettuato la vaccinazione. (L'Occhio)

Sheikh Jarrah è una delle zone più sensibili di Gerusalemme Tensioni nella zona di Sheikh Jarrah. Scontri davanti a una stazione di polizia a Gerusalemme, dopo l’arresto di una donna di 23 anni, Muna al-Kurd, che avrebbe condotto le proteste contro il tentativo dei coloni israeliani di cacciare decine di famiglie palestinesi dalle loro case. (LaPresse)

“l ceo di Pfizer dice che la pillola antivirale per il Covid potrebbe essere pronta entro l’anno”. Fatti principali (Forbes Italia)

Alla richiesta di un possibile posticipo della seconda somministrazione, Marino ha poi sottolineato che la valutazione spetta al Cts. Seconda dose, Pfizer: "Studiata per somministrazione a 21 giorni. (triestecafe.it)

Il Cts stesso ha spiegato come un richiamo ritardato non avrebbe conseguenze sull'efficacia della risposta immunitaria del paziente, ricordando altresì come la prima dose del vaccino Pfizer conferisca già una efficace protezione dalla Covid in forma grave nell'80% dei casi. (Corriere di Viterbo)

Dopo il “pasticcio” mediatico sul vaccino anti-Covid Astrazeneca, prima dato alle fasce d’età più basse e non consigliato dai 60 anni in poi. «Dobbiamo studiare anche la necessità della terza dose – ha aggiunto Marino - abbiamo i dati che dimostrano la copertura immunitaria a sei mesi, dobbiamo osservare i successivi sei mesi. (PrimaPress)