Parte il Cbam, il «folle» salto nel buio green dell’Ue
Ieri è iniziata la fase transitoria del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), il dazio doganale europeo sulle emissioni di CO2 prodotte all'estero per realizzare i beni importanti nell'Ue. La tassa ha l'obiettivo di evitare la perdita di competitività dell'industria europea e scoraggiare la delocalizzazione a fronte dei balzelli green sempre più onerosi da pagare in Europa. L'ambizioso dazio doganale green dell'Ue A partire dall'1 ottobre, chi importa in Europa beni di diversi settori (cemento, alluminio, fertilizzanti, produzione di energia elettrica, ferro e acciaio) dovrà compilare quintali di moduli per attestare, e pagare, le emissioni di CO2 prodotte per realizzarli. (Tempi.it)
Ne parlano anche altre fonti
Il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) – un sistema che di fatto applica le tariffe europee per la compensazione delle emissioni di CO2 anche ai prodotti importati da Paesi esterni all’Unione – è entrato in vigore, nella sua forma transitoria, il 1° di ottobre, in relazione ad una serie di categorie merceologiche, tra cui è compreso anche l’idrogeno. (Hydronews)
A partire da domenica (primo ottobre) il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere è diventato operativo ed è entrato nella sua fase transitoria, a quasi due mesi esatti dall’avvio della Cop28, che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. (EuNews)
A partire dal 1° ottobre 2023 , l’Unione Europea ha introdotto un nuovo meccanismo fiscale chiamato Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), noto anche come carbon tax, nell’ambito del pacchetto “Fit for 55” per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo (Partita Iva)
Una misura, quella della carbon tax, che potrebbe portare un effettivo contributo alla lotta contro le emissioni di CO2. Non verrà quindi applicato il tanto temuto dazio CO2, quello previsto per pareggiare il prezzo del carbonio prodotto in Europa rispetto a quello in altri paesi extra UE. (Wall Street Italia)
Il nuovo dispositivo sta già alimentando critiche, speranze e molte incertezze circa i costi economici che comporterà rispetto ai vantaggi climatici e di mitigazione della concorrenza sleale che intende offrire. (Qualenergia.it)
Partenza soft, ma non indolore per la nuova “tassa” europea sulla CO2 d’importazione, che fin dai primi mesi di applicazione rischia di provocare ulteriori rincari e scossoni alle catene di rifornimento, già messe a dura prova dalla guerra in Ucraina e dalle crescenti tensioni commerciali con la Cina (Il Sole 24 ORE)