I repubblicani e la crisi della democrazia americana (di A. Mammone)

I repubblicani e la crisi della democrazia americana (di A. Mammone)
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
L'HuffPost ESTERI

Una credenza diffusa è che la democrazia sia eterna. In realtà, non è assolutamente detto che essa debba durare per sempre o che non possa trasformarsi in altro. L’attore Luca Marinelli, in una magistrale interpretazione di Benito Mussolini, esprime il concetto che la democrazia è bellissima perché da molte libertà: “Anche quella di distruggerla”. Un’altra bizzarra, ma collegata, convinzione recente è che la seconda era Trump sarebbe stata più moderata della precedente poiché l’estremismo è solo verbale e di facciata. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altri media

Nel qual caso, Trump diverrebbe «un’anatra zoppa», ovvero un presidente costretto a mediare con la maggioranza democratica tutti i suoi provvedimenti. La democrazia americana ha tanti difetti, ma ha un vantaggio peculiare: ogni 2 anni c’è una nuova tornata elettorale, equivalente ad una verifica sul lavoro fatto. (Gazzetta di Parma)

Nelle prime 24 ore della nuova amministrazione, il testo della costituzione americana è sparito dal sito della Casa Bianca, il principale consigliere del presidente, che è anche l’uomo più ricco del mondo, ha fatto il saluto nazista, e il presidente ha detto che vuole cancellare lo ius soli, anche se per legge non può farlo. (Radio Popolare)

Questa impostazione politica trae le origini dal concetto di Manifest destiny (concetto ottocentesco sul destino manifesto per cui gli USA hanno la missione di espandersi) e dalla cosiddetta Dottrina Monroe (relativa all’asserzione per cui gli europei non dovevano avere mire sul continente americano, da cui anche una tendenza all’isolazionismo) e oggi si esplica in una serie di decisioni attuate e di propositi dichiarati da Trump già al suo insediamento alla Casa Bianca. (Città Nuova)

Donald Trump: la pace può essere (solo) una questione di affari?

La Cura Ri-Costituente Aggiornato il 29 gennaio 2025 alle ore 15:48 (L'Opinione)

Il manifesto di quella che sarà la politica estera degli Stati Uniti nei prossimi 4 anni. E in particolare le ultime 48 ore, durante le quali il leader repubblicano ha riproposto l’approccio utilizzato tra il 2016 e il 2020 per affrontare i nodi geopolitici che egli stesso ha messo sul piatto in questo inizio di mandato: la questione israelo-palestinese, i flussi migratori, il controllo della Groenlandia. (Il Fatto Quotidiano)

Questo articolo su Donald Trump è pubblicato sul numero 6 di Vanity Fair in edicola fino al 4 febbraio 2025. (Vanity Fair Italia)