Cingolani e le guerre puniche: la storia è l'unico antidoto alla barbarie della cancel culture

Il Secolo d'Italia INTERNO

Cingolani, laureato in fisica e docente di fisica, reputa inutile studiare quattro volte le guerre puniche nel corso del ciclo scolastico.

Così decine di storici dell’arte hanno firmato una lettera aperta intitolata “Contre l’épuration” e pubblicata sulla Tribune de l’art lo scorso 17 novembre

C’è una bellissima citazione di Franco Cardini (storico) che taglia corto sulla disputa su studi tecnici o classici. (Il Secolo d'Italia)

Se ne è parlato anche su altre testate

Sul tema delle nuove figure professionali che serviranno nei prossimi anni per garantire la svolta digitale ed ecologica all’Italia, il ministro è stato chiaro. Dobbiamo capire che l’innovazione è la strada per vincere tutte le sfide del futuro: dalla salute all’ambiente, alla manifattura sostenibile” (Orizzonte Scuola)

Se non fosse che non è vero che uno studente affronta per quattro volte le guerre puniche nel corso della carriera scolastica. La parola «digital manager», invece, suona fredda. (il Giornale)

E si vede, si potrebbe dire, anche perché se la prende proprio con le Guerre puniche, nel corso della quali, nella Seconda in modo particolare, si insinua la figura di Archimede che di tecnologia era accademico e premio Nobel dei suoi tempi. (Tecnica della Scuola)

Giardina: “Studiare quattro volte le guerre puniche? Le guerre puniche rientrano nei programmi della scuola elementare e poi si studiano di nuovo al primo anno delle superiori”. (Orizzonte Scuola)

Ma Cingolani segue le richieste di mercato degli industriali, che vorrebbero sempre avere a disposizione tecnici usa e getta. La cosa paradossale è che questo Cingolani come ministro della transizione ecologica dovrebbe essere quello che più pensa al futuro, mentre invece continua a propagandare il peggiore presente. (L'AntiDiplomatico)

Quindi è un estremista di sinistra, bisogna avvisare Draghi che magari si allarma». Luciano Canfora replica a Roberto Cingolani e per rispondergli usa la vena dell'ironia. (La Stampa)