“I was only sixteen”, il nuovo brano scritto dai ragazzi che affrontano il tumore

Cantare per condividere, per sentirsi meno soli, per raccontarsi. E farlo con quella forza, leggera e travolgente al tempo stesso, di cui solo gli adolescenti hanno la ricetta. È su queste note che nasce “I was only sixteen”, la nuova canzone dei ragazzi del Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT). Dopo il grande successo “Palle di Natale”, i ragazzi tornano a stupire con un progetto frutto della collaborazione con nomi di spicco del panorama musicale italiano e internazionale, tra cui Faso, bassista del gruppo Elio e le Storie Tese, e Tony Hadley, ex frontman degli Spandau Ballet e icona della musica pop a livello mondiale. (la Repubblica)

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E non si è mai pronti per un viaggio come questo». Con i giovani ha collaborato anche Faso (Elio e le storie tese) (Corriere TV)

Il progetto Dopo aver annunciato “Mad About You”, il tour che toccherà anche l’Italia quest'estate, il leader degli Spandau Ballet (ve li ricordate? I rivali dei Duran Duran...), sposta un progetto musicale promosso dall’Associazione Bianca Garavaglia. (IL GIORNO)

Giorgia ricorda quando ha dovuto svuotare la valigia preparata per il viaggio della maturità e riempirla di pigiami per il ricovero in ospedale. Camilla ha realizzato che la sua vita stava per essere stravolta quando ha visto la paura negli occhi dei suoi genitori. (Corriere Milano)

Catapultati in "una strana realtà, come un gioco per PlayStation, senza vite di riserva". Si sentono così i ragazzi che vivono l'esperienza di un tumore. (Tiscali Notizie)

Tony Hadley canta con i ragazzi del Progetto Giovani dell'Istituto Nazionale dei tumori di Milano per raccontare le storie degli adolescenti a cui viene diagnosticato un tumore. E non si è mai pronti per un viaggio come questo". (La Repubblica)

Una canzone che possa toccare il cuore di tutti ma che in particolare possa diventare un vero e proprio inno alla forza e alla vita per tutti i giovani malati di tumore in giro per il mondo. (La Stampa)