La guerra dei dazi spinge gli americani verso l’e-commerce cinese: il boom di DHgate e i video virali su TikTok





Articolo Precedente
Articolo Successivo
Mentre la tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina si inasprisce, con dazi reciproci che continuano a colpire i settori più disparati, una tendenza inattesa sta emergendo tra i consumatori americani: il ricorso massiccio a piattaforme di e-commerce cinesi, come DHgate, per aggirare gli aumenti di prezzo imposti dalle tariffe di Trump. L’app, specializzata nella vendita diretta da produttori asiatici, è balzata nelle classifiche di download negli Stati Uniti, complici i numerosi video su TikTok che ne reclamano i vantaggi.
Nei clip, diventati virali, fabbricanti cinesi mostrano prodotti quasi identici a quelli dei grandi marchi occidentali – borse, scarpe, cosmetici – ma venduti a prezzi stracciati, senza loghi e con la promessa di una qualità pari all’originale. «Più del 90% del prezzo è solo per il brand», ammette senza giri di parole un produttore in uno di questi filmati, che smontano pezzo per pezzo l’aura di esclusività del lusso made in Europe o USA. L’offerta, ovviamente, ha trovato terreno fertile tra chi cerca alternative ai rincari causati dalla guerra doganale.
TikTok, piattaforma cinese per eccellenza, si è trasformata in un’arena parallela del conflitto. Qui, le aziende asiatiche non solo pubblicizzano merce a basso costo, ma sfidano apertamente la narrazione occidentale sul valore intrinseco dei prodotti di marca. Le borse ispirate alle Birkin di Hermès, per esempio, vengono proposte a un decimo del prezzo, con materiali simili e lavorazioni quasi indistinguibili, ma senza il carico del logo. Una strategia che, al di là del dibattito sulla liceità, sta erodendo il tabù dell’inaccessibilità del lusso.