Silvia Romano ha aperto un nuovo profilo Facebook col nome di Aisha

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È ancora visibile anche il suo 'vecchio profilo' da cui, nei giorni scorsi, ha invitato i suoi amici a non arrabbiarsi per l'ondata di odio che l'ha travolta sui social dopo l'annuncio della conversione alla religione islamica.

Nella foto, la giovane volontaria liberata tra l'8 e il 9 maggio scorso dopo 18 mesi di prigionia tra Keny e Somalia, appare sorridente con un copricapo colorato in un negozio di tessuti. (Notizie - MSN Italia)

Ne parlano anche altri media

Silvia Romano è stata, purtroppo, una pedina al centro di intrighi internazionali e affari riservati di dollari, armi, garanzie politiche e soprattutto uranio. “Alleata dei turchi e degli italiani in Libia – si legge su Africa ExPress – Doha appare subito come ottimo strumento per cavare le castagne dal fuoco. (Cagliaripad)

Sul vecchio profilo Facebook, bersagliato da commenti carichi d'odio, Aisha Silvia Romano aveva invitato i suoi amici a non arrabbiarsi per l'ondata d'odio che la sua conversione aveva generato. (Notizie - MSN Italia)

Negli scorsi giorni avevamo parlato della giovane, in quanto aveva deciso di chiudere il proprio profilo ufficiale a seguito delle troppe minacce ricevute. Ora è ritornata con un nuovo nome. (Tecnoandroid)

A breve, la giovane potrà uscire di nuovo. La sorveglianza andrà avanti con passaggi più frequenti delle pattuglie delle forze dell'ordine, davanti alla palazzina dove abita. (Il Messaggero)

La ragazza – scrive africa-express.info – si è trovata, suo malgrado al centro di un intrigo internazionale che l’ha costretta a restare prigioniera per 535 giorni. Silvia Romano, Africa-express: il riscatto è stato pagato dal Qatar. (Imola Oggi)

«Nel nostro settore - spiega al Giornale Michele Marsiglia presidente di Federpetroli - le modalità non chiare della liberazione di Silvia Romano stanno generando molta curiosità. Ma se inseriamo questi elementi nello scenario del caso Silvia Romano e al ruolo dei servizi segreti turchi aggiungiamo il riscatto pagato in quel di Doha scopriamo un ruolo italiano molto definito. (ilGiornale.it)