Le divergenze parallele delle due leader

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Non passeranno alla storia come le “convergenze parallele” di Moro, ma certo le “divergenze”, parallele anche queste, di Meloni e Schlein nel voto sul piano “Rearm Europe” di Von der Leyen ieri all’Europarlamento resteranno nella cronaca di questi giorni tumultuosi in cui gli equilibri mondiali stanno cambiando. E la premier e la leader del maggior partito d’opposizione, invece di pronunciarsi su… (La Stampa)
Ne parlano anche altri media
Stavolta il patatrac è così violento che nessuno può far finta di niente, neppure in un partito allenatissimo alla bisogna come il Pd. (il Giornale)
Non aveva mai sperato di convincere ad astenersi Pina Picierno o Giorgio Gori, ma la sensazione è diventata presto quella di una fronda ben più estesa di qual… L’incidente di ieri è maturato nei giorni scorsi. (La Stampa)
Per Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica all’Università di Bologna, con il voto di ieri al Parlamento europeo «il Pd non soltanto si è spaccato ma ha anche abbandonato la linea ufficiale dei Socialisti e democratici europei e questo è ancora più brutto perché significa che mancano ancora dei passi per diventare un grande partito del socialismo europeo e per diventare dunque un grande partito europeista». (Il Dubbio)

«Tale linea – prosegue -, volta a promuovere la pace e il disarmo, ha cercato di preservare l’unità interna del Partito attraverso una mediazione di alto profilo, finalizzata a costruire un’Europa più coesa e solidale. (Civonline)
Fausto Carioti 13 marzo 2025 (Liberoquotidiano.it)
Nella teatralità della politica italiana, dove tutto viene sempre contrabbandato per evento di portata storica, rischia di non ottenere la giusta rilevanza lo strappo operato da Elly Schlein con la decisione di opporsi al piano di riarmo europeo presentato da Ursula von der Leyen. (Il Dubbio)