Tokyo 2020, la Toyota ritira i suoi video promozionali. Teme il danno di immagine

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Il capo della comunicazione della casa auto nipponica, Jun Nagata, ha spiegato che erano stati prodotti una serie di filmati contenenti diversi messaggi coi principali atleti sportivi, e «il cui scopo adesso ha assunto un diverso significato».

La Toyota - uno dei principali sponsor delle Olimpiadi di Tokyo 2020 - non intende trasmettere più i video pubblicitari in Giappone, e il suo presidente, Akio Toyoda, non parteciperà alla cerimonia di apertura dei Giochi, in programma questo venerdì. (La Stampa)

Su altri media

A qualunque costo. A Tokyo devono aver travisato il concetto, se l’importante ormai è solo fare le Olimpiadi. (Il Fatto Quotidiano)

C’è una crescente preoccupazione per la diffusione delle infezioni da coronavirus tra atleti, allenatori e altro personale legato alle Olimpiadi. 2' di lettura. Toyota ha deciso che non trasmetterà pubblicità televisive in Giappone durante le Olimpiadi. (Il Sole 24 ORE)

Dal 2018 al 2020 danno vita ad una nuova rubrica chiamata “Up to Speed” presentando e raccontando la storia e l’auto più importante di qualsiasi marchio automobilistico. L’auto donatrice è una Ferrari 458 Italia, l’ultima Ferrari con motore aspirato, che va da 0 a 100 in poco meno di 3,4 secondi, ed una velocità massima di 325km/h. (QuattroMania)

Come rivelato da The Hollywood Reporter, Toyota, uno dei principali sponsor di Tokyo 2020, ha deciso di ritirare i suoi spot televisivi legati ai Giochi, per non legare ulteriormente il proprio a un evento così impopolare, danneggiando la propria immagine nel Paese nipponico. (Calcio e Finanza)

La casa automobilistica giapponese, tra i principali sponsor dell’Olimpiadi, ha inoltre comunicato che il suo presidente, Akio Toyoda, non parteciperà alla cerimonia di apertura in programma questo venerdì. (Open)

A tal proposito anche lo stabilimento di Shikoku sarà ampliato per passare da 400.000 a 500.000 batterie all’anno joint venture nata lo scorso anno tra Toyota e Panasonic, ha come obiettivo di ridurre i costi dell’intero ciclo produttivo delle batterie, cosi da poter arrivare ad ottenere prezzi decisamente più bassi sul mercato. (Tom's Hardware Italia)