Sudan, due anni fa la ripresa del conflitto

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Sudan, due anni fa la ripresa del conflitto Due anni di guerra civile. Il Sudan dilaniato dalle violenze. A Londra sono in corso colloqui internazionali per cercare di tracciare un percorso verso la pace. L’Unione Europea ha stanziato in aiuti 522 milioni di euro. Servizio di Maurizio Di Schino Questo contenuto non è disponibile per via delle tue preferenze sui cookie (Tv2000)

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Con questo intento i vertici delle Forze di Supporto Rapido hanno annunciato, nelle ultime ore, la nascita di un esecutivo alternativo al governo al momento in carica in Sudan. L’iniziativa a due anni esatti dallo scoppio del violentissimo conflitto dei paramilitari contro l’esercito regolare, parti che si contendono il potere nel Paese dall'aprile del 2023, con le Rsf che controllano al momento buona parte del Darfur, nell'ovest del paese, dove si stanno concentrando gli scontri, mentre l'esercito ha fatto progressi nella capitale Khartum, dopo un faticoso avanzamento sul territorio. (Vatican News)

ROMA – Il generale Mohamed Hamdan Dagalo ‘Hemedti’, leader delle Forze di supporto rapido (Rsf), ha proclamato la nascita di un “Governo di pace e unità” nelle aree del Sudan cadute sotto il controllo dei ribelli. (Agenzia Dire)

Oggi sono due anni precisi dallo scoppio della devastante guerra, il 15 aprile 2023, tra i due leader rivali dell'esercito sudanese, Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan, e quello dei paramilitari delle Rsf, Mohamed Hamdan Dagalo. (AGI)

Sudan, se una tragedia umanitaria diventa per il resto del mondo solo un rumore confuso e lontano

Un conflitto, ribadiscono, in cui i civili continuano a pagare anche il prezzo dell’inazione della comunità internazionale, distratta da altre crisi, tra cui le guerre in Ucraina e a Gaza. (ISPI)

Mentre il Regno Unito ospita una conferenza sul Paese africano per provare a cercare margini per una trattativa che sembra remota, le armi non tacciono. (Sky TG24)

ROMA – Capita spesso, sempre più spesso, che un popolo intero – specialmente se africano – finisca per essere dimenticato. Sentir parlare di stragi quotidiane, di oltre 30mila morti, di gente che scappa da tutte le parti semplicemente per non essere ammazzata (13 milioni di sfollati) vedere sangue su sangue di sudanesi, vittime tutti i giorni di bombardamenti, attacchi armati nei villaggi, umiliazioni, fame che riguarda oltre 24 milioni di persone e stupri di massa usati come armi di guerra, ecco: tutto questo sembra essere diventato solo un “rumore” confuso e lontano, tra i tanti che segnano il nostro tempo. (la Repubblica)