Pugno a un'attrice vestita da orsetto: "Pensavo fosse un robot"

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Un’aggressione shock durante una mostra immersiva a Roma: un visitatore ha colpito con un pugno al volto un’attrice nascosta in un costume da orsetto rosa, sostenendo di non sapere ci fosse una persona dentro. La donna, ricoverata con 60 giorni di prognosi, ha denunciato precedenti episodi di molestie, spinte e schiaffi ignorati dagli organizzatori. Nessun cartello segnalava la presenza di attori all’interno delle mascotte, e le richieste di sorveglianza sarebbero state respinte con superficialità. (Tgcom24)
Ne parlano anche altri media
Un increscioso episodio che nasce da un'incomprensione del responsabile, quello avvenuto a Roma in occasione della mostra "Art Of Play", durante la quale un'attrice vestita da orso è stata presa a pugni da un ignaro visitatore, finendo per questo motivo in ospedale: per lei 60 giorni di prognosi e danni a lungo termine. (il Giornale)
In realtà, dentro il costume da orso rosa, ovvero una mascotte pensata per abbracciare il pubblico, c’era una persona: una giovane attrice professionista. Durante una visita alla mostra immersiva Art of Play, allestita negli spazi comunali di Roma e curata da Postology Srl, un uomo ha preso a pugni a quello che credeva fosse un pupazzo. (Il Fatto Quotidiano)
Un visitatore ha colpito con violenza uno degli orsi-mascotte che lo aveva accolto con un abbraccio. Un gesto inspiegabile, di accanimento immotivato, alla mostra «Art of Play» che si sta tenendo a Roma, viale Angelico, in un palazzo del Comune. (Corriere della Sera)

Peccato che all'interno c'era un'attrice, che è stata ricoverata in ospedale e dimessa con due mesi di prognosi e danni a lungo termine. L'uomo: non sapevo ci fosse una persona Secondo quanto ricostruito anche grazie alle telecamere di sorveglianza, un uomo sulla cinquantina è entrato nella sala accompagnato da una donna. (Leggo.it)
La donna si trovava dentro un costume da teddy bear: ha riportato una grave ferita al volto ed è stata ricoverata con una prognosi di almeno due mesi, in base a quanto spiega la Slc Cgil, il problema è che non c’erano cartelli informativi all’esterno per avvisare che dentro i costumi c’erano persone in carne e ossa. (la Repubblica)
Il video di un visitatore che, per motivi tuttora ignoti, forse per una bravata che aveva chiesto di riprendere con il telefonino dalla compagna (i due non avevano bimbi al seguito e per questo non si esclude un gesto non solo volontario ma anche premeditato), ha fatto il giro del Web in questi giorni, a quasi un mese di distanza. (Corriere Roma)