Almasri, l’ex senatore Pd Latorre: «Il governo ha fatto la scelta giusta. Non schifezze, ma ragion di Stato»

Articolo Precedente
Articolo Successivo
Il rimpatrio è stata una iniziativa «giusta», che ha dei precedenti e che si inserisce in un contesto in cui c'è stato qualcuno che con un «calcolo cinico e spregiudicato» ha deciso di scaricare «la patata bollente» sull'Italia. A dirlo a proposito della vicenda Almasri è anche un esponente (Secolo d'Italia)
Su altri media
Memoria corta. (Secolo d'Italia)
Se una storia di ricatti c’è, comincia in un fine settimana di giugno 2017. Barche e barchini prendono d’assalto le nostre coste, la Libia è il grande propulsore di questo potente flusso di disperati. (Corriere della Sera)
La scelta del governo italiano di riportare frettolosamente in patria, con un aereo dei servizi di sicurezza, il generale libico Osama Elmasry Njeem Habish detto Almasri, accusato di crimini di guerra e violazione dei diritti umani dalla Corte penale internazionale dell’Aia, ha riaperto antiche discussioni, difficili in effetti da risolvere, sul rapporto tra giusto e utile, sulla tensione esistente tra diritto e politica, sui contrasti che possono insorgere tra coscienza individuale e moralità collettiva. (ilmessaggero.it)

Anche Nicola Latorre sta col governo sul caso Almasri. L’ex senatore, per quattro legislature in quota al Partito Democratico, è stato il braccio destro di D’Alema e Minniti e si è occupato di difesa e sicurezza internazionale. (Liberoquotidiano.it)
non è un segreto la ruggine tra Mantovano e Lo Voi a proposito dei viaggi Roma-Palermo-Roma. Di certo, facendo peccato, non sfugge il coinvolgimento di Mantovano nell'«affaire Almasri»: che ci sia di mezzo il volo di Stato? E allora mi chiedo e Le chiedo: se per ipotesi l'Italia avesse dato esecuzione al mandato di cattura della CPI, con quale mezzo il soggetto avrebbe dovuto essere condotto a Bruxelles? Treno, taxi, pullman? O volo di Stato? Grazie. (il Giornale)
In realtà gli aumenti degli sbarchi dipenderebbero da altri fattori. Il picco di sbarchi fatto registrare nei giorni immediatamente successivi all’arresto e alla liberazione del criminale di guerra libico Osama Njeem Almasri da alcuni è stato interpretato come una ritorsione delle sue milizie salafite. (il Giornale)