La crisi della democrazia in Europa: i segnali provenienti da Romania e Germania dopo Francia e Austria
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Non proprio nuvole di tempesta, ma una brutta aria pare soffiare in Europa. Speriamo di sbagliare. Partiamo dall’esclusione definitiva e senza appello, senza alcun previo accertamento giudiziale sugli addebiti, dalla prossima competizione elettorale in Romania del prossimo maggio del candidato nazionalista, definito filo russo, Georgescu, che nella tornata elettorale politica dell’ autunno scorso al primo turno era risultato il più votato. (la VOCE del TRENTINO)
Ne parlano anche altri giornali
La Corte Costituzionale rumena ha respinto il ricorso di Calin Georgescu contro la decisione dell'Ufficio Elettorale Nazionale di escluderlo, domenica scorsa, dalle elezioni presidenziali. Il candidato populista non potrà quindi correre nuovamente come presidente. (Italia Oggi)
Nel Novecento fu alleata minore dell'effimero impero hitleriano, scheggia miserabile di quello sovietico, oppressa dalla feroce satrapia balcanica di Nicolae Ceausescu. Il destino della Romania, ai nostri occhi di europei occidentali e a maggior ragione dal punto di vista americano, è quello di eterna marginalità. (il Giornale)

Lo riferisce la rete televisiva romena Digi24.Il candidato populista, in testa ai sondaggi con il 40%, non potrà quindi correre nuovamente come presidente, dopo essere arrivato a sorpresa in testa al primo turno dello scorso novembre. (la Repubblica)
Picchia durissimo, Matteo Salvini, per quanto accaduto in Romania. In un video diffuso sui social, il vicepremier e leader della Lega ha infatti definito "di una gravità inaudita" quanto accaduto a Călin Georgescu, escluso dalle elezioni anche dalla Corte Costituzionale di Bucarest. (Liberoquotidiano.it)