Scoperto il primo genoma di una vittima di Pompei. Era un “figlio dell'impero” malato di tubercolosi

la Repubblica INTERNO

Scoperto il primo genoma di una vittima di Pompei.

Assieme all’analisi delle ossa racconta la fine di una coppia nella Casa del fabbro, debilitati e senza possibilità di fuga

Era un “figlio dell’impero” malato di tubercolosi di Matteo Marini. I due scheletri ritrovati nella stanza 9 della Casa del fabbro a Pompei.

Credits: Notizie degli Scavi di Antichità, 1934, p. 286, fig.

Un team internazionale coordinato da ricercatori italiani lo ha sequenziato da resti esposti all’eruzione e sepolti per due millenni sotto la cenere. (la Repubblica)

Ne parlano anche altri giornali

Il soggetto in studio, essendo stato scavato nel 1934 ed essendo rimasto a lungo esposto, presenta percentuali di un DNA endogeno inferiori agli standard che si rilevano nella mappatura strutturata e ragionata ancora in corso. (Positanonews)

È andata così per uno dei due corpi rinvenuti nella stanza 9 della Casa del Fabbro, oggetto dello studio. Nonostante la ricerca scientifica sia al lavoro dal XIX secolo sui resti umani rinvenuti Pompei, però, la possibilità di effettuare studi genetici sulle vittime del Vesuvio era rimasta una sfida aperta. (inItalia)

Serena Viva, nata a Galatina 42 anni fa, è dottore di ricerca in Archeologia con una tesi in antropologia fisica (2017). : Viva et al. (Galatina)

Pubblicato sulla rivista Scientific Reports, lo studio che lo riguarda dimostra che è possibile recuperare il Dna antico dai resti umani di Pompei. "Ogni dato in più che risulta dalle indagini è un'importante conquista per la ricerca scientifica che contribuisce a completare il quadro storico di un’epoca e di una civiltà (NapoliToday)

Le temperature elevate distrugge la matrice ossea alterando la qualità del DNA, in questo caso però il decesso sembra essere avvenuto da soffocamento da nube di cenere vulcanica. É, questo, il caso dell'uomo ritrovato all'interno della Casa del Fabbro assieme ad un'altra persona, molto probabilmente una donna sulla cinquantina. (HDblog)

Il soggetto in studio, essendo stato scavato nel 1934 ed essendo rimasto a​ lungo esposto, presenta percentuali di un DNA endogeno inferiori agli standard che si rilevano nella mappatura strutturata e ragionata ancora in corso. (MeteoWeb)