Mafia, ex senatore D’Alì condannato a 6 anni

Grandangolo Agrigento INTERNO

La corte d’Appello di Palermo ha condannato a sei anni di carcere l’ex senatore di Forza Italia Antonio D’Alì, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, nel processo d’appello-bis dopo la sentenza della Corte di Cassazione che aveva annullato con rinvio la prima sentenza d’appello del settembre del 2016, in cui l’ex sottosegretario di Forza Italia venne assolto per le contestazioni successive al 1994. (Grandangolo Agrigento)

La notizia riportata su altre testate

Indagini per falsa testimonianza per l’ex ministro Pisanu e Cuffaro. Condanna a sei anni per l’ex sottosegretario all’Interno Antonio D’Alì, trapanese, senatore di Forza Italia (e per un periodo vicino all’ex ministro Angelino Alfano), ritenuto colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa. (Alqamah)

Il verdetto al termine del secondo processo d’appello che si è celebrato a Palermo. La corte d’Appello di Palermo ha condannato a sei anni di reclusione Antonio D’Ali, ex senatore di Forza Italia ed ex sottosegretario agli Interni. (BlogSicilia.it)

D'Alì è accusato di avere "contribuito al sostegno e al rafforzamento di Cosa nostra, mettendo a disposizione dei boss le proprie risorse economiche, e, successivamente, il proprio ruolo istituzionale di senatore della Repubblica e di sottosegretario di Stato" I giudici hanno dichiarato prescritti i reati del periodo precedente. (Adnkronos)

Video: Mafia, l'arrivo dell'emissario del clan Gambino: "E' venuto appositamente dall'America" (RepubblicaTV). (Notizie - MSN Italia)

L'ex senatore di Fi Antonio D'Alì, protagonista di alterne vicende giudiziarie, è stato condannato a sei anni di reclusione dalla corte d'appello di Palermo, tornata a pronunciarsi sulle imputazioni contestate al politico dopo l'annullamento in Cassazione della prima sentenza d'appello. (Nuovo Sud)

Nella lista dei presunti falsi testi anche il pentito Giovanni Ingrasciotta e il prefetto Carlo Mosca deceduto però di recente. La condanna, per essere superiore ai cinque anni, potrebbe essere seguita da un ordine di carcerazione, la cui competenza della Procura Generale di Palermo (La Stampa)