Lo chef Giorgio Locatelli chiude la sua «Locanda» di Londra dopo 23 anni. E rilancia un nuovo progetto
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Lo chef e giudice di Masterchef Italia Giorgio Locatelli chiude definitivamente Locanda Locatelli, il suo ristorante di Londra. L’annuncio sui social in un post. La decisione, viene spiegato, dipende da un nuovo progetto del Hyatt Regency London, l’hotel dove si trova il locale, che riaprirà altrove (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altre testate
Nel corso degli anni, infatti, Giorgio Locatelli non si è solo presentato al pubblico della televisione italiana in qualità di giudice di MasterChef, ma ha anche aperto le porte della sua cucina di Locanda Locatelli, ristorante che ha subito conquistato il cuore dei cittadini inglesi e non solo. (RicettaSprint)
L’annuncio è arrivato dai social: “È con la tristezza nel cuore, e per ragioni che non dipendono da noi, che annunciamo la chiusura definitiva del locale. Ci mancheranno tutti i nostri clienti, molti dei quali nel tempo sono diventati degli amici. (Cronache di Gusto)
Le voci circolavano già da qualche giorno, ma ora è arrivata l’ufficialità: Giorgio Locatelli riparte a Londra, dopo l’inaspettata chiusura della sua stellata e omonima Locanda, e lo fa in grande stile. (Dissapore)
La notizia della settimana è certamente l’addio del Masterchef Giorgio Locatelli alla sua Locanda Locatelli di Londra: notizia che arriva un po’ all’improvviso a dare una svegliata a questo inizio 2025 che, insomma, pare aver voglia di partire col botto. (Dissapore)
Dopo ventitré anni e una stella Michelin conquistata, quello che poche settimane fa si era piazzato al numero 11 nella lista dei migliori ristoranti italiani nel mondo di 50 Top Italy ha chiuso. Il giudice più esotico di Masterchef ha fatto la sera di Capodanno l'ultimo servizio della sua Locanda Locatelli a Marylebone, Londra (il Giornale)
L’annuncio arriva direttamente dai social del ristorante — tra i locali italiani più prestigiosi della città inglese —, nato nel quartiere chic di Marylebone, tra case in stile georgiano e vittoriano. (Corriere della Sera)