Israele, sirene d'allarme dopo il missile lanciato dagli Houthi: intercettato sopra Tel Aviv





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Redazione Esteri
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Le sirene hanno risuonato nel centro di Israele nella serata del 9 maggio, mentre un missile balistico, lanciato dagli Houthi dello Yemen, veniva intercettato dai sistemi di difesa israeliani. Le immagini diffuse mostrano i momenti di tensione in uno stadio di Tel Aviv, dove il pubblico è stato fatto evacuare senza che si registrassero feriti o danni materiali. L’esercito israeliano ha confermato l’utilizzo del sistema antimissile Thaad, fornito dagli Stati Uniti, per neutralizzare la minaccia.
Gli Houthi, attraverso il portavoce militare Yahya Saree, hanno rivendicato l’attacco definendolo "un’operazione di alta qualità" condotta con un missile ipersonico diretto contro l’aeroporto Ben-Gurion, situato a Lod e da loro indicato come "aeroporto di Jaffa". Nella stessa dichiarazione, i ribelli yemeniti hanno affermato di aver colpito anche un "obiettivo vitale israeliano" con droni, senza però fornire ulteriori dettagli.
L’episodio, che rientra in una serie di provocazioni da parte del gruppo sostenuto dall’Iran, ha provocato disagi nel traffico aereo, con la sospensione temporanea dei voli di alcune compagnie, tra cui Ita e Lufthansa. Nonostante la gravità del gesto, le autorità israeliane hanno mantenuto un tono ufficiale asciutto, limitandosi a ribadire l’efficacia delle contromisure adottate.
La capacità degli Houthi di colpire obiettivi a migliaia di chilometri di distanza, già dimostrata in passato con attacchi verso l’Arabia Saudita e gli Emirati, solleva interrogativi sulla sicurezza regionale, in un contesto dove le tensioni mediorientali continuano a crescere. Quello di ieri non è il primo lancio verso Israele da parte del gruppo yemenita, ma la precisione e la tecnologia impiegata – compreso l’uso di un missile definito ipersonico – segnalano un’evoluzione nella minaccia rappresentata dai ribelli.