Sessualità uomini e disinformazione, 6 mosse contro i tabù
Articolo Precedente
Articolo Successivo
(Adnkronos) – Entro il 2025 si prevede che circa 322 milioni di uomini nel mondo soffriranno di disfunzione erettile. In Italia, secondo i dati dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nel 2023 le vendite ufficiali dei farmaci per trattare la patologia hanno superato i 200 milioni di euro, posizionando il nostro Paese al secondo posto nel mondo, subito dopo il Regno Unito. Per questo motivo, in occasione della Giornata mondiale dedicata al Benessere sessuale, che si celebra il 4 settembre, l’Università di Pavia con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e Siams, Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, con il supporto di Cooper Consumer Health, nell’ambito delle ricerche dell’Osservatorio “Occupiamoci di Uomini – La salute sessuale maschile fra tabù e disinformazione” tornano a richiamare l’attenzione sui dati emersi in questi primi mesi di lavoro. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
La notizia riportata su altri media
Durov deve rispondere di una serie di capi di accusa, legati all'assenza di moderazione su Telegram e alla creazione di un ambiente favorevole ad attività illecite. E' il doppio ruolo di Telegram, il social che ha un peso speciale per Mosca e che rischia di lasciare un vuoto pesante nello scacchiere russo dopo il fermo del Ceo Pavel Durov, bloccato a Parigi una settimana fa e rilasciato su cauzione senza possibilità di lasciare la Francia. (Adnkronos)
La polizia francese ha arrestato nei giorni scorsi il patron di Telegram, Pavel Durov. Dopo qualche giorno di galera è stato messo fuori con una cospicua cauzione. Le accuse sono numerose e passibili di tenere in galera il miliardario per decenni. (Il Fatto Quotidiano)
Minaccia alla libertà di espressione, ingerenza degli Stati che cercano di ficcare il naso nelle chat private, richiesta di una maggiore collaborazione ai servizi di messaggistica nel delicato equilibrio tra lotta ai crimini e tutela della privacy degli utenti, o spy story che vede protagoniste le intelligence dei paesi occidentali nel tentativo di acquisire dati sensibili sui movimenti dei militari russi? L’arresto del fondatore di origine russa (e cittadinanza francese, emiratina e di Saint Kitts e Nevis) dell’app di messaggistica e social media Telegram, Pavel Durov, ha suscitato miriadi di reazioni e interpretazioni che trovano legittimazione e giustificazione a seconda degli interessi e delle prospettive di chi si è avvicinato a questa storia. (Valigia Blu)
Mercoledì sera, Pavel Durov è stato rilasciato dopo l’arresto avvenuto all’aeroporto di Parigi lo scorso 24 agosto 2024. Tuttavia, il fondatore di Telegram non è libero di lasciare la Francia, poiché dovrà rispondere a una serie di accuse formulate dal Tribunale parigino. (Open)
Mettendo assieme quel che diversi giornalisti locali hanno intercettato (Parisien, Reuters, Libération) emerge sempre di più il profilo di un Pavel Durov spavaldo, che atterra a Parigi sabato sera con la fidanzata e la guardia del corpo convinto che le sua protezioni nelle alte sfere lo rendano immune da un’indagine in fondo laterale. (Corriere della Sera)
Il 42% della disinformazione sulla guerra in Ucraina arriva da Telegram. E’ l’analisi di Newsguard, la piattaforma che monitora la disinformazione online, che è stata in grado di identificare l’origine delle false informazioni circolare sulla piattaforma di proprietà di Pavel Durov, particolarmente sotto i riflettori nelle ultime settimane per il suo arresto in Francia, dove ora è in libertà condizionata. (Primaonline)