Prisma-Juve si va avanti. A maggio Agnelli sarà interrogato

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Il procedimento Prisma-Juve va avanti. Entro l'estate si dovrebbe sapere se i manager bianconeri e lo stesso club saranno rinviati o meno a giudizio per la questione dei bilanci nel periodo tra il 2019 e il 2021, per la cosiddetta «manovra stipendi», per la sospensione dei compensi ai tesserati e per gli scambi tra giocatori che hanno prodotto presunte plusvalenze fittizie. La gip di Roma Anna Maria Gavoni ha rigettato tutte le richieste delle difese degli imputati. (il Giornale)
Ne parlano anche altri giornali
L'edizione odierna di Tuttosport ha dedicato spazio anche all'inchiesta Prisma, su plusvalenze e manovre stipendi, nella quale è ancora attualmente coinvolta la Juventus. Dovrebbe esserci almeno un'altra udienza prima che il Gip si pronunci. (Calcio Napoli 1926)
Il Gup di Roma, Anna Maria Gavoni, ha respinto la richiesta della difesa di annullare (per vizio di forma) il rinvio a giudizio della Juventus e di alcuni suoi ex dirigenti, tra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e Fabio Paratici, accusati di aggiotaggio, falso in bilancio e false fatturazioni per il caso plusvalenze e manovre sugli stipendi durante la pandemia 2020. (Sportmediaset)
Come riporta Il Giornale: "Il procedimento Prisma-Juve va avanti". (Tutto Juve)

Brutte notizie per la Juventus e per i suoi ex vertici societari coinvolti nell’inchiesta Prisma: Paratici verso il rinvio a giudizio Alessia Scataglini 15 aprile 2025 (modifica il 15 aprile 2025 | 17:50) (Pianeta Milan)
Si va avanti con il processo nei confronti della Juventus e di alcuni dei suoi ex dirigenti (tra cui Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene) nell’ambito dell’inchiesta Prisma su plusvalenze e manovre stipendi. (Calcio e Finanza)
Gli avvocati Davide Sangiorgio e Maurizio Bellacosa avevano evidenziato due vizi formali, riguardanti il sequestro di materiale informatico durante le due perquisizioni compiute nel 2021 e la mancata selezione del solo materiale pertinente al caso indicato nel decreto di perquisizione, perché erano stati prelevati anche dati sensibili e coperti da privacy, come foto personali o cartelle cliniche. (Tuttosport)