Sinner rientra al Foro Italico: Vagnozzi e il ruolo chiave di Cahill

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Redazione Sport
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Sabato, quando Jannik Sinner scenderà in campo al Foro Italico per il suo primo match dopo oltre un mese di stop, non sarà solo il pubblico a trattenere il fiato. Simone Vagnozzi, il coach che lo ha accompagnato alla vetta del ranking Atp, sa bene quanto quel momento rappresenti un punto di svolta, non solo per la stagione ma per la crescita stessa del tennista. «Vorrei che Darren Cahill restasse altri cinque anni con lui», ha detto Vagnozzi, sottolineando l’importanza del supercoach australiano, «perché è il migliore».
L’incontro con Cinà o Navone, pur non essendo il più ostico sul piano tecnico, potrebbe rivelarsi insidioso proprio per via della lunga pausa forzata. «Se fosse un vantaggio, lo farebbero tutti», ha osservato il medico del team, Luca Semperboni, smontando chi ha visto nello stop un’opportunità per recuperare energie. Sinner, del resto, non ha mai smesso di lavorare, anche se lontano dai riflettori. «Dovrà ritrovare le certezze in campo», ha ammesso Vagnozzi, «ma la sua testa e la serenità faranno la differenza».
Jack Draper, fresco della finale di Madrid e nuovo top 5, non ha usato mezzi termini: «Ci è mancato, è il più forte in circolazione». Le settimane di allenamento condivise a Monte-Carlo hanno confermato quanto Sinner, pur fermo, abbia mantenuto un’intensità che pochi riescono a eguagliare. Ora, però, si tratta di tradurre tutto in partite.
Quello di Roma è un banco di prova doppiamente simbolico: non solo segna il rientro, ma anche il ritorno a un torneo che aveva saltato nel 2024. Il team, intanto, lavora per garantire che ogni dettaglio – dall’energia fisica alla gestione degli infortuni – sia curato al millimetro. «Abbiamo prodotti specifici solo per lui», ha rivelato Semperboni, senza scendere in ulteriori dettagli.