Merz e Macron riaccendono l’asse franco-tedesco, mentre Berlino trema per il voto ballerino

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Redazione Esteri Redazione Esteri   -   Roma, 7 maggio 2025 – Friedrich Merz, appena eletto cancelliere con una maggioranza risicata, ha scelto Parigi per il suo debutto internazionale, confermando una tradizione che lega da decenni Germania e Francia. All’Eliseo, Emmanuel Macron lo ha accolto con l’obiettivo dichiarato di rilanciare un’intesa strategica, in un’Europa stretta tra dazi americani, tensioni commerciali e la crisi ucraina. Ma l’incontro, carico di simbolismi, arriva dopo un avvio di legislatura turbolento per Berlino, dove il voto del Bundestag ha rivelato fratture nella coalizione di governo.

Per la prima volta nella storia della Repubblica federale, un cancelliere designato non ha ottenuto al primo scrutinio la maggioranza assoluta: Merz, che necessitava di 316 voti, si è fermato a 310, con diciotto franchi tiratori tra le fila di Cdu/Csu e Spd. Solo nel pomeriggio, in seconda convocazione, l’assemblea gli ha conferito la fiducia con 325 sì, un margine esiguo che rischia di condizionarne l’azione. Un segnale preoccupante per un esecutivo chiamato a gestire sfide complesse, dall’adeguamento climatico alla competizione tecnologica, passando per la minaccia di un protezionismo globale.

Proprio la fragilità della nuova maggioranza potrebbe rallentare progetti cruciali per l’Ue, a cominciare dagli eurobond, il cui destino appare più incerto che mai. Se la Germania, tradizionalmente restia a strumenti di mutualizzazione del debito, vacilla politicamente, anche i mercati potrebbero reagire con nervosismo, influenzando il differenziale tra Btp e Bund. Intanto, la priorità di Merz è consolidare il proprio governo, mentre Macron – che lo ha definito "un partner determinato" – punta a un’agenda condivisa per ridare slancio all’integrazione europea.