Trattativa: Ros non volle catturare Provenzano, né perquisire Rina

Livesicilia.it INTERNO

La Corte di assise di appello di Palermo affronta le due vicende nella motivazione della sentenza sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia.

– prosegue la corte – Né Mori e i suoi potevano essere certi dell’esistenza all’interno dell’abitazione di tracce utili alle indagini o addirittura di documento compromettenti.

Trattativa non accelerò morte Borsellino. I giudici d’appello ribaltano anche in un altro punto la sentenza di primo grado

Faceva parte di una strategia per fermare le stragi. (Livesicilia.it)

La notizia riportata su altre testate

E l’unica finalità dei carabinieri era quella di fermare le stragi «insinuandosi in una spaccatura» all’interno di Cosa nostra. Serviva a lanciare un «segnale di buona volontà e di disponibilità a proseguire sulla via del dialogo» (Giornale di Sicilia)

Ad ogni modo, la sentenza esclude che siano state fatte promesse ai mafiosi colpevoli delle stragi di Capaci e Via D’Amelio Nel 1992 i carabinieri trattarono con la mafia, ma lo fecero solo per fermare le stragi. (Open)

"Esclusa qualsiasi ipotesi di collusione con i mafiosi, se Mori e Subranni potevano avere interesse a preservare la libertà di Provenzano, ciò ben poteva essere motivato dal convincimento che la leadership di Provenzano, meglio di qualsiasi ipotetico e improbabile patto, avrebbe di fatto garantito contro il rischio del prevalere di pulsioni stragiste o di un ritorno alla linea dura di contrapposizione violenta allo Stato". (RagusaNews)

Lo scrive la corte d’assise d’appello nelle motivazioni della sentenza sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. Lo scrive la corte d’assise d’appello nella sentenza sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia sostenendo che i carabinieri avrebbero voluto "favorire la latitanza di Provenzano in modo soft». (Gazzetta del Sud - Edizione Sicilia)