Silenzio e opacità: nel centro di Gjader «una colonia penale»

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Hanno scoperto di essere trasferiti in Albania quando la Libra aveva attraccato al porto di Shengjin. E lo show trumpiano delle fascette ai polsi, condiviso e rivendicato ieri dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, non è stato limitato al momento dello sbarco a favore di telecamere, ma si è protratto per tutta la durata del viaggio, almeno sette ore di navigazione da Brindisi all’Albania. Mentre sono stati almeno tre gli atti di autolesionismo registrati tra le quaranta persone trasferite in Albania nelle prime ventiquattrore di detenzione oltre Adriatico. (il manifesto)
Su altri giornali
In un post pubblicato sulle sue pagine Facebook, la Salis punta il dito sul Cpr di Gjader in Albania, dove sono stati recentemente trasferiti 40 migranti clandestini. Ennesimo fango dell'eurodeputata Ilaria Salis contro il nostro Governo. (il Giornale)
Matteo Salvini difende la scelta di ammanettare i migranti. ROMA – «Sui giornali titoli sui 40 immigrati condannati, in attesa di espulsione e trasferiti in Albania con le manette. (la Repubblica)
«È banale che immigrati clandestini condannati con precedenti, in attesa di espulsione, sono stati trasferiti in Albania in manette. Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, alla Scuola di formazione politica della Lega. (Corriere della Sera)

Migranti trasferiti a loro insaputa, che hanno scoperto di essere in Albania solo una volta sbarcati; fascette ai polsi per tutto il viaggio, anche quando c’era la distribuzione dei pasti o il momento di andare in bagno; tre atti di autolesionismo in meno di un giorno. (Il Fatto Quotidiano)
Non è vero che i centri albanesi non funzionano. Se non ci fosse, in questi giorni, la cronaca sarebbe su Giorgia Meloni che ha perso il racconto, spaesata… (La Stampa)
Caro Merlo, sono di sinistra per istinto, per natura, ma non sono di quelle che si indignano per ogni atto del governo Meloni. Pragmatica e realista, condivido con lei l’autoironia che caratterizza la sua rubrica. (la Repubblica)