I leader europei a Kyiv per rinnovare il sostegno all’Ucraina, mentre la Russia è chiamata a una tregua

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Redazione Esteri
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Per la prima volta dal giugno 2022, i capi di governo di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito sono arrivati a Kyiv in una visita congiunta, destinata a ribadire quello che Emmanuel Macron ha definito un sostegno "incrollabile" all’Ucraina. Macron, insieme al cancelliere tedesco Friedrich Merz, al premier britannico Keir Starmer e al polacco Donald Tusk, ha incontrato Volodymyr Zelensky in un momento critico del conflitto, mentre dall’Occidente si moltiplicano le pressioni per ottenere una tregua di trenta giorni.
La scelta della data non è casuale: a tre anni dall’inizio dell’invasione russa, i leader europei hanno voluto lanciare un segnale forte, deponendo candele al monumento per i caduti e sottolineando, come ha scritto Macron su X, che "qui è in gioco la sicurezza del nostro continente". Il summit, a cui parteciperanno virtualmente anche altri esponenti della cosiddetta "coalizione dei volenterosi", mira a consolidare le garanzie di sicurezza per Kyiv, in un quadro internazionale sempre più instabile.
L’arrivo dei quattro alla stazione ferroviaria di Kyiv è stato accompagnato da un messaggio chiaro: se Mosca non accetterà il cessate il fuoco, l’Europa è pronta a inasprire ulteriormente le sanzioni. Una posizione netta, che però non nasconde le difficoltà nel mantenere unità tra i Paesi occidentali, alcuni dei quali – come dimostrano le recenti tensioni tra India e Pakistan – sembrano sempre più inclini a cercare vie autonome.