La nostra posizione sui referendum del 8 e 9 giugno

La nostra posizione sui referendum del 8 e 9 giugno
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Azione INTERNO

Le norme attualmente in vigore sono piuttosto differenti da quelle approvate nel Jobs Act, in quanto la Corte costituzionale è intervenuta sul tema in diverse occasioni, modificando in maniera sostanziale la disciplina. Innanzitutto, la norma attuale prevede un congruo risarcimento del danno in caso di licenziamento ingiustificato (fino a 36 mensilità). Con l’ultimo intervento della Consulta è stata, inoltre, prevista la reintegra anche nell’ipotesi del licenziamento disciplinare e nell’ipotesi del licenziamento per giustificato motivo oggettivo. (Azione)

Su altri media

Si è costituito, a Todi, il Comitato promotore dei Referendum sul lavoro e la cittadinanza dell’8 e 9 giugno 2025. La presentazione è avvenuta questa mattina a Todi, nel corso della Conferenza Stampa indetta presso la Sala della Giunta del Comune. (iltamtam.it)

Si vota l’8 e 9 giugno (insieme ai 4 quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil) e questa mattina il Comitato promotore di Cremona era presente al mercato con un proprio stand e per divulgare l’iniziativa in programma domenica 11 maggio in Sala Zanoni (Via del Vecchio Passeggio, 1) dove dalle 17,30 si terrà la presentazione del nuovo numero della rivista Ossigeno dedicato interamente ai protagonisti del referendum cittadinanza. (Cremonaoggi)

Perché sostiene che non c’è abbastanza informazione sui referendum?«Perché - risponde il segretario della Cgil, Maurizio Landini - tv, giornali, organi di informazione non ne stanno parlando a sufficienza, e il governo non si esprime. (Corriere della Sera)

“La Rai censura i referendum”, scontro sul silenzio delle tv

Stando alle cifre elaborate dall’istituto demoscopico solo il 28 per cento di chi ha risposto ha una “propensione molto elevata” a presentarsi alle urne. (Il Fatto Quotidiano)

Siamo ormai a un mese dal voto per i cinque referendum, previsto per l’8 e il 9 giugno. I rimanenti quesiti riguardano, in quattro casi, temi relativi ai licenziamenti e alla sicurezza sul lavoro, il primo tra tutti è sull’abrogazione del contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs act, la riforma del diritto del lavoro promossa dal governo Renzi e portata a compimento nel 2016. (Corriere della Sera)

Da una parte, gli appelli all’astensione lanciati da esponenti di governo, big della maggioranza e massime cariche dello Stato, buon ultimo il presidente del Senato Ignazio La Russa. (la Repubblica)